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La bellezza contro gli insulti. L’Italia che dice sì. Coraggio, Europa l’Enews di Matteo Renzi

1) Bellezza contro gli insulti.

E dire che non fa nemmeno troppo caldo. Ma a leggere alcune dichiarazioni politiche sembra proprio che a qualcuno sia scappata la frizione. Il Sindaco di Napoli mi insulta e minaccia con volgarità indegne di un uomo pubblico. I Cinque Stelle equiparano il PD alla mafia, cercando in tutti i modi di oscurare il proprio atteggiamento incoerente sulla vicenda del sindaco di Livorno. Berlusconi dice che con queste riforme saremo al regime, ignorando che le ha votate anche lui fino al momento dell’elezione di Mattarella. Salvini accusa il Colle e Palazzo Chigi di avere le mani sporche di sangue per gli immigrati.
Davanti a tutto questo scintillare di insulti e accuse, qual è la parola che usiamo per rispondere? Una sola. La parola è bellezza.
Vi domanderete adesso: Matteo, tutto bene? Sei sicuro che il “nemmeno troppo caldo” non faccia danno anche a te? Sto benissimo, tranquilli.

 

È che sono proprio convinto: davanti alla guerriglia senza frontiere, davanti alla follia delle minacce, l’unica soluzione è non inseguirli. Lasciarli divertire con la battaglia nel fango, se vogliono. E continuare a parlare di cose vere, serie, grandi.
L’Italia sta molto investendo sulla cultura, finalmente. Pompei, Brera, Uffizi, Caserta, Tremiti, Roma, Porto di Trieste, Torino, Capodimonte, San Luca a Bologna, Ventotene. Potrei continuare a lungo. Finalmente abbiamo cambiato registro: altro che “con la cultura non si mangia”. é uno dei segnali di novità più netti degli ultimi anni. Lo facciamo innanzitutto perché gli italiani tornino a essere orgogliosi della propria storia. E di conseguenza a voler bene al proprio futuro.
Ma pensiamo anche che non siano sufficienti i grandi musei o i grandi progetti.
Chi come me è cresciuto in un piccolo paese sa che ci sono migliaia di luoghi che hanno una storia identitaria per la comunità. Un cinema da riaprire, un teatro da ristrutturare, una chiesetta di campagna da salvare, un sotterraneo da riscoprire. Penso alla mia Rignano e penso alla chiesa di San Leolino che un gruppo di volontari riuscì a rimettere a posto, con l’aiuto della Diocesi. O al cinema Bruschi che invece restò chiuso nonostante i tentativi di rianimarlo. Ma da Sindaco di Firenze ho visto decine di questi luoghi in tutti i quartieri, in tutti gli spicchi di città. Portare i giovani a interessarsi, gli anziani a vivere ancora in modo attivo, le istituzioni a dialogare e fare un progetto con una cooperativa sociale o con un’associazione, con un’impresa artigianale o con la pro loco o il centro anziani significa costruire comunità, richiamare identità. Significa bellezza, insomma.

 

Intervenendo da Fazio ho annunciato che dedicheremo 150 milioni di euro (già pronti) a progetti dal basso che arrivano dai cittadini. E ho invitato tutti coloro che hanno suggerimenti o proposte a scrivere all’indirizzo [email protected].
Una commissione valuterà i progetti migliori e firmerò prima delle vacanze estive il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per assegnare le risorse.
È un piccolo segnale, certo. Come è piccolo il messaggio del Bonus Stradivari, una misura che abbiamo pensato sulla base di un’idea dell’onorevole Vignali: un contributo di mille euro per gli studenti dei conservatori che acquistano uno strumento musicale. 15 milioni di stanziamento, dei quali 3,5 già usati in quindici giorni. Perché la musica è cambiata davvero, in tutti i sensi…
A quelli che urlano, che insultano, che offendono, la nostra risposta è solo una: progetti concreti, idee semplici, coinvolgimento di cittadini. C’è un’Italia che insulta gli altri, che usa riferimenti alla mafia, che minaccia. E c’è un’Italia che invece dice sì. E ci prova. E giorno dopo giorno si carica la fatica e la gioia di restituire speranza e credibilità al Paese più bello del mondo.

2) Italia che dice sì

A proposito dell’Italia che dice sì. Grazie a tutti quelli tra voi che si sono già offerti di formare un comitato. Il sito attraverso cui lanciare ufficialmente i comitati sarà attivato sabato 21 maggio, insieme alla partenza dei tavolini nelle città per raccogliere le firme (obiettivo: mezzo milione di firme, diecimila comitati, autofinanziamento). Intanto stiamo raccogliendo adesioni davvero interessanti. Scrivetemi anche direttamente su [email protected]: basta un sì, e ridurremo il numero dei politici, taglieremo i poteri delle regioni e gli stipendi dei consiglieri regionali, eviteremo il ping-pong parlamentare e la doppia fiducia di Camera e Senato. Basta un sì e rottameremo enti inutili come il CNEL e l’abuso della decretazione d’urgenza grazie alla previsione del voto a data certa in Parlamento. Basta un sì e l’Italia sarà più semplice, come abbiamo sempre detto tutti e come non era mai stato fatto. Adesso la palla è nelle mani dei cittadini, sarete voi a decidere. E dunque noi vogliamo la massima informazione, capillare.
A chi ha qualche minuto libero suggerisco di leggere alcuni articoli più pesanti di costituzionalisti o professori che entrano nel merito della riforma:

  • il prof. Cassese sul Corriere della Sera
  • il prof. Fusaro sull’Unità e gli errori di chi dice sempre no
  • il prof. Bin sulla lettera dei professori del No
  • il prof. Ceccanti

Da questa partita dipende come ha spiegato bene il presidente emerito Napolitano (qui intervista) il futuro del nostro Paese. Nessuno si senta escluso: abbiamo bisogno di tutti e di ciascuno.
Saranno cinque mesi di dialogo intenso con i cittadini. E alla fine vedremo chi sta con il popolo e chi nuota solo nell’acquario della politica politicante, fatta di talk, tv e autoreferenzialità.
La sovranità appartiene al Popolo. Il referendum ci dirà se la gente vuole cambiare davvero o si accontenta del solito sistema istituzionale bloccato di questi anni. Io sono in campo, ma la differenza potete farla solo voi: [email protected]

3) Coraggio, Europa

Ho detto la mia sull’Europa in questo intervento a Roma, con Juncker, Schulz e Tusk coordinati dal prof. Weiler e in modo più organico e compiuto a Firenze, allo Stato dell’Unione. Ma – è bene dirlo senza troppi giri di parole – se non avete troppo tempo libero vi suggerisco di ascoltare altri due discorsi sull’Europa: quello di Obama e quello del Papa.
Ciò che sta avvenendo in Austria dovrebbe farci riflettere. Se la politica cede alla paura, chi fabbrica mostri diventa invincibile. E per essere vincente, fabbrica sempre più mostri. Finisce che i cittadini inseguono i fantasmi delle proprie paure. E chiudono la porta alla speranza, al coraggio, al futuro. Si illudono di chiudere i pericoli fuori dalle porte, ignorando che chi costruisce un muro pensa di farlo per sentirsi al sicuro ma si sta soltanto imprigionando.
Coraggio, Europa. Sei nata inseguendo un ideale, non alimentando una minaccia.
Noi, italiani, faremo di tutto perché l’Europa torni se stessa.

Pensierino della sera.
Campo sportivo di Cerbaia, comune di San Casciano, domenica mattina. Uno dei miei figli gioca nel torneino di fine stagione: in campo Lanciotto, Fucecchio, Lastrigiana, Affrico.
Insieme a qualche decina di genitori assonnati parliamo del più e del meno. Immancabili i selfie, normale qualche borbottio a bassa voce, coloriti i commenti come sempre nelle tribune fiorentine.
Poi a un certo punto mi si avvicina una signora, di quasi 90 anni. È residente in questa piccola frazione nel cuore della provincia di Firenze ma è marchigiana. Viene da una storia difficile, ha avuto un grave lutto. Mi parla della figlia che ha perso. Mi parla della pensione minima con cui fatica a tirare avanti. Giustamente mi sollecita a intervenire per situazioni analoghe alla sua. Poi però mi dice: ma io ho sentito in Paese che lei era qui e sono venuta solo per abbracciarla. Perché io voglio tanto bene all’Italia. Non molli, eh!
Ho resistito alla commozione, da professionista perché non era facile.
Ma pensare che ci sono donne come questa signora che vanno avanti nonostante tutto e tutti ti dà una carica bestiale.
Le difficoltà ci sono, certo. Ma noi vogliamo tanto bene all’Italia. E allora avanti tutta. E insieme all’Italia che dice sì.

 

Un sorriso,
Matteo

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