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Bellanova: “Legge contro il caporalato, principio ineludibile di civiltà”

Dal governo apprezzamenti per l’operazione della magistratura e forze dell’ordine brindisine, ma anche il riconoscimento per l’efficacia che la norma anticaporalato riesce a produrre anche nei territori dove il fenomeno è particolarmente radicato.

 

Tra i commenti favorevoli quelli di Maurizio Martina, ministro per le Politiche agricole, il quale ha sottolineato come «la legge contro il caporalato sta dando risultati concreti a difesa dei diritti dei lavoratori.

Gli arresti di Bari dimostrano che questo provvedimento era necessario soprattutto in un settore delicato come quello agricolo. Non possiamo mai abbassare la guardia, lo dobbiamo anche alle tantissime imprese agricole che ogni giorno operano nella legalità».

 

Ma il fronte non si ferma qui e proprio dal dicastero dell’Agricoltura Martina avvisa che «serve un impegno costante che coinvolga tutti. Dobbiamo proseguire in questa direzione migliorando la collaborazione tra le istituzioni per aumentare i controlli, vigilare affinché vengano tutelati i diritti dei lavoratori stagionali e verificare il rispetto dei contratti»

 

Sulla stessa lineaTeresa Bellanova, viceministro alla Sviluppo economico e un passato sindacale proprio in tutela del lavoro bracciantile: è questa «la dimostrazione più evidente che la legge di contrasto al caporalato è giusta e necessaria» afferma Bellanova che oltre alle difficile condizioni di lavoro sottolinea il clima di intimidazione e violenza.

 

«Stando a quanto emerge commenta le videoriprese effettuate lungo gli itinerari a corredo dell’indagine parlano di minacce ed intimidazioni. Fin da subito avevamo ritenuto la norma contro il lavoro nero, lo sfruttamento del lavoro in agricoltura e per il riallineamento retributivo nel settore agricolo una risposta di civiltà alle tante, troppe azioni criminose compiute sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori vittime di caporalato. La scelta coraggiosa compiuta dal Governo era inequivoca. Non solo continuiamo a pensarlo con forza e oggi è evidente il ruolo importante che assume».

 

Anche ai vertici del governo si ha consapevolezza che il fenomeno non si sradica per legge e infatti la Bellanova riconosce che «naturalmente il caporalato non si sconfigge solo per norma. È necessario e fondamentale afferma la sottosegretaria originaria di Ceglie che a contrastarlo sia un’alleanza convinta e inossidabile tra istituzioni, imprese dell’intera filiera -, popolazione, territori più complessivamente intesi. Perché, lo ribadisco convintamente, la legge non ha nessun intento punitivo nei confronti delle imprese ma afferma un principio ineludibile di civiltà. Noi riusciremo a sconfiggere veramente questa piaga vergognosa solo se anche le imprese, tutte le imprese agricole, comprese quelle piccole, avvertiranno come prioritaria la tutela e la dignità del lavoro per un legame forte tra buona agricoltura e buona economia, per l’innovazione in agricoltura e per una agricoltura di qualità».

*****

E da Bari sono giunte risposte agli abusi che si ripetono nelle campagne pugliesi. In Regione la commissione consiliare speciale di studio sulla criminalità si è riunita decidendo alla fine dei lavori di ascoltare le organizzazioni di rappresentanza del mondo agricolo, la Federazione delle Associazioni antiusura e il Movimento regionale per la legalità, iniziativa particolarmente apprezzata dal presidente del Consiglio regionale Mario Loizzo.

 

«È una riflessione opportuna sul momento drammatico che vivono le nostre campagne, terra di nessuno davanti a fenomeni criminali odiosi. Allo stesso tempo, un momento di ascolto importante della richiesta di aiuto che viene dai nostri agricoltori» ha commentato con soddisfazione Loizzo: «Vanno contrastate con la massima severità ha sottolineato le azioni predatorie di vario genere che penalizzano le attività produttive agricole. Ben venga la collaborazione di tutte le componenti della società civile: istituzioni, forze dell’ordine, associazioni».

 

Non c’è solo il caporalato, una quantità di reati commessi a danno di aziende e operatori di un comparto produttivo fondamentale per l’economia regionale: rapine di macchinari, furto di prodotti, danneggiamento di impianti, estorsioni, oltre alla piaga antica dell’abigeato e a veri assalti alle masserie.

 

«Lodevole l’aver esteso lo sguardo all’usura che aggregava la condizione di agricoltori, famiglie e imprenditori colpiti da calamità atmosferiche e impoveriti dei debiti» ha concluso Loizzo.

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