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Cultura e turismo motori della crescita

“Matteo Renzi oggi ha anticipato che stiamo lavorando per dare ulteriori incentivi ad un settore che è in grande crescita. Il turismo quest’anno in tutta Italia ha avuto davvero numeri di crescita molto importanti”. Lo ha detto il ministro della Cultura, DarioFranceschini, a margine della Festa nazionale dell’Unità a Catania. “Abbiamo fatto molte cose sul turismo – ha aggiunto il ministro – e tra pochi giorni andrò al comitato permanente del piano strategico che ècondiviso con tutte le categorie. L’anno scorso abbiamo approvato dei tax credit importanti sulla digitalizzazione e sulla ristrutturazione delle strutture ricettive”.

 

“Il bilancio del MIUR dal 2000 al 2013 si è dimezzato, con il picco del 2008 con la famosa frase ‘con la cultura non si mangia’ del ministro Tremonti. Dall’insediamento del governo Renzi ad oggi il bilancio è aumentato del 37% con una netta inversione di tendenza. Il patrimonio culturale attuale è in netta crescita. C’è un ritardo sicuramente da recuperare ma le potenzialità sono straordinarie e finalmente c’è la consapevolezza dell’importanza della cultura per il Paese. L’Italia non solo ha un’offerta culturale altissima ma ha anche un patrimonio artistico e storico senza pari in tutto il mondo. Per questo possiamo dire che cultura e turismo viaggiano bene insieme”.

 
Per Enzo Bianco la chiave del successo per la promozione della cultura e del turismo sta nel ‘fare squadra’. “Catania è cambiata molto negli ultimi anni e questo non è il frutto di eventi casuali ma di una programmazione mirata allo sviluppo della cultura e del turismo. Oggi nel porto di Catania sono sbarcate due grandi navi da crociera portando circa 8000 turisti. Questo è molto significativo perché Catania non è mai stata nella sua storia una città turistica e questo è un chiaro segnale dell’inversione di tendenza. Basti pensare che il museo Castel Ursino fino al 2012 accoglieva 27000 visitatori annui e che alla fine del 2015 il numero è salito a 120mila. Come? Per prima cosa il museo è aperto tutti i giorni e in alcuni giorni anche la sera. Abbiamo provato a fare un gioco di squadra per sconfiggere la grande ‘malattia’ del campanilismo siciliano. Abbiamo messo insieme tutti i comuni in una fondazione Cunes – Coordinamento dei comuni UNESCO della Sicilia – per sopperire alle mancanze che ci caratterizzavano nel passato. Altro progetto è quello di aprire una filiale del museo egizio di Torino sull’ottimo esempio del Louvre 2 a Lens”.

 

Per Mattia Zunino “c’è un fermento culturale straordinario nel paese soprattutto tra i giovani. C’è una grande domanda dei giovani di accedere all’offerta culturale un tempo bloccata dalle difficoltà di accesso al mondo della cultura. Il bonus per i 18enni è l’esempio di come le cose possono cambiare e cambiare in meglio. Spendere in cultura ci rende fieri, avere un monte economico da investire in cultura può facilitare l’accesso ai libri, al cinema, alla musica al teatro e aprire a tutti un’opportunità a prescindere dalle differenze sociali”.

 

“In Italia abbiamo circa 4000 musei” ha dichiarato il ministro Franceschini. “Se guardate le classifiche dei primi 10 musei del mondo più visitati non troverete mai un museo italiano. Il primo museo, gli Uffizi di Firenze, accoglie 2 milioni anche perché gli ingressi sono a numero chiuso. Ma questi sono numeri relativi perché se mettiamo insieme il numero dei visitatori di tutti musei italiani non c’è confronto con nessun paese al mondo. Questo è soprattutto il frutto del cambiamento radicale attuato con la riforma: i musei dello Stato non erano altro che uffici diretti da sovrintendenti, senza statuto e comitato scientifico, con incassi che finivano tutti dentro un capitolo gestito dal Ministero dell’Economia senza alcuna distinzione. Abbiamo modificato tutto adeguando l’enorme offerta a disposizione con la qualità dei servizi. Oggi ogni museo è autonomo, con un proprio statuto e con la possibilità di garantire anche con tecnologia, negozi e servizi annessi un’offerta migliore e più vicina all’entusiasmo con cui le persone visitavano il museo. La prima domenica del mese la visita è ora gratuita, la seconda domenica il biglietto costa intorno ai 2/3 euro. Il passaparola ha reso un netto miglioramento degli incassi. In generale mi pare che tutto questo significhi ‘riavvicinarsi al patrimonio’ del paese e fare in modo che la cultura non sia concepita solo come accessibile per le élite sociali ed economiche”.

 

Sul referendum costituzionale. “Il presidente Napolitano, come sempre, ha detto cose di grande saggezza e lungimiranza. Matteo ha detto una cosa molto precisa e impegnativa: la disponibilità a migliorar l’Italicum. Mi pare evidente capire se ci sono le condizioni per questo cambiamento: un conto è ragionare dei miglioramenti dell’Italicum, un conto è riaprire un dibattito sterile sulla riforma costituzionale che farebbe discutere molto e concludere poco”.

 

“Non si tratta di ripartire con un dibattito sulla legge elettorale – ha continuatoFranceschini- ma di capire in che parte si può migliorare andando incontro alle richieste dei tanti che chiedono un cambiamento. Dal campo però bisognerebbe togliere questa cosa un poco assurda che se non si cambia l’Italicum io voto ‘no’, perché sono due cose distinte e tali debbono rimanere e vorrei fosse chiaro che la riforma costituzionale è un passaggio attraverso cui ci si gioca il futuro del Paese. È sbagliato quindi trascinare la riforma costituzione – ha concluso – in un dibattito all’interno del Pd e tra i partiti: ci sono tanti luoghi dove sfidare Renzi e il governo come le elezioni politiche, le primarie e i congressi. Ma la riforma no. La riforma costituzionale è troppo importante per non approvarla”.

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