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Il futuro dell’Italia è nella ricerca

“In questi due anni abbiamo fatto tanto lavoro sulle riforme ma queste cose riguardano il passato, non il futuro. Perché di legge elettorale si discute da 20 anni e di riforme istituzionali da 70. Ma la vera scommessa è immaginare dove è il futuro dell’Italia”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi ai ricercatori dei Laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare, prima tappa della sua visita in Abruzzo, che prevede anche la visita all’azienda Walter Tosto di Chieti. “Penso che questo sia uno dei luoghi in cui si tocca il futuro del Paese, che per noi è nella ricerca e nella innovazione”, ha spiegato ancora il premier sottolineando: “Il punto cruciale di questi primi due anni di governo non è guardare indietro ma avanti, non dobbiamo sprecare nemmeno un giorno” e oggi “siamo qui per dire che la sfida più bella deve essere ancora vinta, che quella della ricerca e dell’innovazione”.

 

“Metteremo a disposizione sin dalle prossime settimane i 60 milioni necessari per la manutenzione e l’innovazione dei laboratori del Gran Sasso. I soldi ci sono”, ha annunciato il presidente del Consiglio. “L’Italia ha semplicemente bisogno di ritrovare se stessa. C’è un racconto per il quale l’Italia è soltanto crisi, con grandi elogi per chi va all’estero visto che in Italia non ci sono Istituti all’altezza. Io dico che è giusto andare all’estero, ma è molto manicheo dire che all’estero tutto va bene e in Italia no”, ha spiegato il premier rivolgendosi poi direttamente ai ricercatori: “Se volete andare all’estero fatelo, siamo pieni di presidenti del Consiglio che in passato hanno detto non andate. Se pensate che sia meglio, fatelo. Ma noi faremo dei nostri istituti i luoghi al top del livello mondiale, faremo dell’Italia un centro capace di attrarre ricercatori italiani e di tutto il mondo”.
“La fisica italiana – ha continuato – è tra le più forti al mondo per la sua storia, la sua potenza e la sua grandezza”, una scuola, quella della nostra fisica, che “ci rende orgogliosi”.

 

“Arrivando all’Aquila, ho visto tante gru, sono 92 mi hanno detto: L’Aquila sta ripartendo, era un impegno che ci eravamo presi. Nei prossimi mesi andremo a vedere fisicamente i cantieri ma sono arrivati i soldi, ci sono , per gli investimenti e il rilancio dell’attività in questa città molto colpita e, ahimè, poi dimenticata”, ha detto Renzi. “Siamo passati dalle chiacchiere ai fatti – ha aggiunto – ora la vera scommessa è riuscire a tenere insieme cultura, innovazione, imprese, ricerca come una delle città in cui si tocca con mano la ripartenza del dopo sisma del 2009”.

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