spot_img
spot_img
HomeArchivioDamiano: "Ora meno rottamazione...

Damiano: “Ora meno rottamazione il partito riparta dalle competenze”

Presidente della Commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano è stato fondatore un anno e mezzo fa della corrente «Sinistra è cambiamento nel Pd». È stato tra i primi a commentare l’intervista del segretario di Matteo Renzi a Repubblica.
 
Presidente Damiano, cosa ha letto nelle risposte di Renzi?
 
«La volontà di riprendere il cammino guardando al futuro, riconoscendo anche alcuni degli errori compiuti».
 
Tutto positivo, dunque?
 
«No, va notato anche un eccesso di difesa sulle riforme del suo governo, come se l’incomprensione su alcune di queste riforme fosse dovuta solo ad una comunicazione difettosa e non a limiti obiettivi di questi interventi».
 
A cosa allude, in particolare?
 
«Penso al jobs act, che è stata una riforma molto controversa con indubbie carenze di impostazione aldilà dei risultati. Limiti emersi dopo la spinta iniziale del 2015, che assegnava forti incentivi alle imprese per le assunzioni a tempo indeterminato».
 
Una riforma che non ha raggiunto il traguardo che si prefiggeva?
 
«L’osservatorio dell’Inps dice che le assunzioni sono crollate nel 2016 di oltre 1’80 per cento per il taglio del 60 per cento degli incentivi, che quest’anuro resteranno solo per il Sud e per i giovani sotto i 30 anni. Renzi deve riconoscere che non ci sono più tabù a ridiscutere miglioramenti sui provvedimenti approvati».
 
Sul ruolo del Pd nel Sud, Renzi parla di notabilato da emarginare a favore di volti nuovi. Che ne pensa?
 
«Mi è venuto da pensare al Renzi uno segretario e presidente del Consiglio, che aveva un andamento stop and go. Convocava riunioni di segreteria alle sette del mattino, stupendo tutti per lo straordinario attivismo. Poi, per due anni, ha smesso di convocare la segreteria e di discutere».
 
Auspica un ritorno maggiore al confronto e alla discussione nel Pd?
 
«Sì, ben venga l’annunciata riorganizzazione della segreteria, superando lo spegnimento della fase propositiva che è seguita all’iniziale forte impulso. Ben venga il noi al posto dell’io, come ho sempre chiesto. Ha capito che occorre una capacità maggiore di inclusione e pluralismo nel partito».
 
Il vecchio che si completa con il nuovo?
 
«Proprio così. Ai giovani va chiesto merito e competenza, non sempre è stato così negli ultimi tempi».
 
Il vecchio era accusato di voler boicottare il Pd, è stato così?
 
«Nella sua intervista, Renzi afferma 9 9 Il Nazareno Ok ai nomi che circolano per il nuovo gruppo dirigente bisogna armonizzare il vecchio con le nuove leve che il 91 per cento degli elettori del Pd ha votato al referendum per il sì. Io ero tra quelli e gran parte della vecchia guardia ha votato nello stesso modo, al vertice e alla base. Concordo con Renzi, quando afferma che in futuro ci vorranno meno slide e più cuore. E io aggiungerei meno rottamazione e più competenze».
 
Lo dice, in previsione della costituzione della nuova struttura di segreteria nazionale?
 
«Per ora posseggo solo informazioni giornalistiche. Sono filtrati i nomi di Martina e Fassino, che mi sembrano persone di grande competenza. C’è bisogno di armonizzare vecchio e nuovo».
 
C’è spazio per politiche di sinistra nell’attuale momento di crisi?
 
«Quando ha governato, Renzi ha attuato politiche di sinistra e politiche di destra. Gli 80 euro, come l’accelerazione sulle unioni civili, erano politiche di sinistra. Non lo era, a mio parere, il jobs act. Il problema ora è ritrovare un’ identità piena di sinistra».
 
Che cosa significa, per lei?
 
«Non scimmiottare il blairismo, ma tornare a Bobbio nella distinzione tra destra e sinistra poggiata sul tema dell’uguaglianza in un momento in cui si accentuano le nuove povertà e si registra un indebolimento del ceto medio».
 
Vede ancora incombente un pericolo di scissione nel Pd?
 
«La scissione a sinistra c’è stata tra gli elettori del Pd. Una scissione silenziosa, ma possiamo riconquistare quegli elettori».
 
L’insediamento della nuova segreteria sarà la ripartenza del Pd?
 
«Me lo auguro. Si dovrà riavviare il dibattito politico, a partire dalla decisione della Consulta sulla legge elettorale tenendo presente che, in quest’inizio 2017, corrono il rischio di scomparire, per effetto della crisi, 185mila posti di lavoro privi di ammortizzatori sociali».

Ultimi articoli

Correlati

Primarie PD: i risultati definitivi

La Commissione nazionale per il Congresso rende noti i dati definitivi sull'affluenza alle Primarie del 26 febbraio e...

PD, oggi alle 15 il passaggio di consegne Letta-Schlein

Si svolgerà oggi alle 15 nella sede del PD di Via Sant’Andrea delle Fratte 16 il passaggio di...

Buon lavoro Elly Schlein

“Il popolo democratico è vivo, c'è ed è pronto a rialzarsi con una linea chiara. Ce l'abbiamo fatta,...

Roggiani, affluenza attorno al milione di votanti

​​​​​"Mancano ancora i dati di alcune regioni e di alcune città, ma possiamo dire che l'affluenza si aggirerà...

Vota per un nuovo Partito Democratico

Domenica 26 febbraio si vota per la nuova segretaria o il nuovo segretario del PD. I seggi saranno aperti...
spot_img