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Rosato: “Carte bollate? Emiliano si occupi di idee Scissionisti marginali”

«Primarie il 30 aprile, per cambiare l’Italia».
 
E incoronare l’ex premier? Nella commissione congresso si è litigato di brutto tra i rappresentanti di Orlando, Emiliano e Renzi.
 
«C’è stata una discussione che, mi sembra, possa essere ben rappresentata dal voto unanime – raffredda gli animi il capogruppo Ettore Rosato -. Vogliamo un congresso proiettato sulle idee e sui progetti, non solo sulle regole. Al Lingotto dal 10 al 12 marzo Matteo lancerà una grande campagna di ascolto».
 
Prodi dice che il governo deve durare, visti «tutti i problemi che abbiamo». Con le primarie il 30 aprile Renzi pensa ancora di poter votare a giugno?
 
«Mi sembra che le primarie del 30 aprile chiudano qualsiasi illazione sul fatto che si possa ancora votare a giugno. Chiunque abbia un po’ di conoscenza delle istituzioni, sa che sarebbe anche tecnicamente impossibile».
 
L’ex segretario ci riproverà a settembre?
 
«Il governo non ha scadenza e lo scioglimento delle Camere compete al Presidente della Repubblica. Intanto dedichiamoci alle cose da fare».
 
Prima eravate orientati a celebrare le primarie a ridosso della Festa della Liberazione, ora il ponte del Primo maggio… Renzi vuole una base congressuale ristretta?
 
«Al contrario, anche tenendo conto degli interessi generali del partito abbiamo scelto all’unanimità una data che consenta la massima partecipazione. E non capirei come si possa dare una lettura diversa. Non possiamo fare il congresso mentre si presentano le liste delle amministrative».
 
Emiliano minaccia le carte bollate. Non teme che, per Renzi, le primarie possano non essere una passeggiata?
 
«Tutto quel che c’è nel Pd generalmente non è mai soporifero. Renzi starà sui contenuti e mi auguro sia così anche per Emiliano. Abbiamo trovato delle regole condivise ed è difficile che Emiliano possa ricorrere alle carte bollate dopo avere votato all’unanimità le regole».
 
Ha letto il Fatto quotidiano? «Lotti raccomandò a Emiliano l’amico di babbo Renzi». La campagna sta già prendendo una brutta piega?
 
«Spero che non si scenda mai nella denigrazione dei compagni di partito, non sarebbe accettabile per la nostra comunità».
 
La candidatura di Orlando sembra tutt’altro che improvvisata. E se il Guardasigilli potesse contare su parte del patrimonio dei Ds?
 
«Orlando è una persona seria. Per me è scontato che la sua campagna si svolgerà nel rispetto delle regole e, io credo, anche nel rispetto dell’etica di partito. Nell’interesse di tutti i dirigenti del Pd le sedi dei nostri circoli devono andare ai nostri circoli e non servire ad altro».
 
I gruppi di Bersani e Speranza si chiameranno “Democratici e progressisti” e gli scissionisti prevedono che l’addio al Pd avverrà come un «fiume carsico».
 
«Il confronto con la parola democratici non mi preoccupa. La formula politica invece mi sembra già sperimentata tante volte, da frange marginali della sinistra scissionista».
 
Carlotta Salerno. Il nome dell’unica sfidante di Renzi è destinato a sparire dal breve elenco dei candidati?
 
«Salerno è il segretario di un altro partito, mi sembra difficile che possa candidarsi nel nostro. Quando presenterà la domanda di partecipazione, la Commissione di garanzia deciderà. Nel Pd le donne hanno ruoli di grande rilevanza. E se per ora la corsa delle primarie non vede donne in campo, i termini si aprono adesso».
 
Errani esce e mantiene l’incarico di commissario per il terremoto?
 
«Mi dispiace per Vasco Errani come persona, misureremo più avanti chi lo seguirà. È una perdita per il Pd e spero che ci ripensi. Errani non è mai stato scelto per la sua appartenenza, ma per la sua competenza, che anche in questi faticosi giorni sta dimostrando tutta».

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