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Morando: priorità ai giovani, subito meno tasse in busta paga

«Io a dire il vero non vedo queste contrapposizioni tra ministri tecnici e Pd. Vado tutti i giorni al ministero, dove lavoriamo per mettere a punto il Def e se ci fossero queste tensioni di cui parlate mi troverei in difficoltà – dice il viceministro dell`Economia, Enrico Morando -. Invece stiamo preparando un Documento di
economia e finanza importante, per rafforzare la crescita economica in un quadro di stabilità finanziaria. Un Def che, secondo me, anche se siamo alla fine della legislatura, non deve essere elettorale ma di respiro pluriennale».

 

Lei sembra troppo ottimista. I gruppi parlamentari del Pd hanno chiesto un confronto al ministro Padoan. Pd si è messo di traverso sulle privatizzazioni.
«Le riunioni con i gruppi della maggioranza ci sono sempre state prima del Def.
Quanto alle privatizzazioni, l`anno scorso abbiamo fatto benissimo a sospenderle perché si sarebbero tradotte in una svendita. Ma ora con il miglioramento dei mercati le riprenderemo. Credo che si possa realizzare l`obiettivo di entrate annue pari allo 0,5% di Pil. Come Pd stiamo facendo una riflessione sulle Poste solo perché vanno valutati bene gli aspetti che riguardano la presenza sul territorio e la continuità del servizio pubblico».

 

Il ministro dello Sviluppo Calenda ha bocciato la politica dei bonus di Renzi.
«Guardi io non so perché si chiamino bonus misure che invece sono strutturali. Il taglio delle tasse per 80 euro al mese per lo milioni di lavoratori dipendenti è permanente. E sono strutturali la riduzione dell`Irap e dell`Ires per le imprese.
E una riformetta, diciamo così, come il canone Rai in bolletta, che erano io anni che si proponeva e noi l`abbiamo realizzata, ottenendo un maggior gettito di 40o milioni l`anno pur avendo abbassato il canone per gli utenti! Se questa riforma fosse stata fatta 5-6 anni fa, forse oggi non staremmo a parlare di manovrai».

 

Qualche bonus c`è stato.
«Sì, certo. I 500 euro per i 18ennni. Ebbene io continuo a pensare che davanti alla drammatica sfida lanciata dal terrorismo islamista puntare, anche se con una misura simbolica, sulla cultura sia stato giusto. E mi fa piacere che il candidato socialista alle presidenziali francesi Macron abbia recepito questa idea nel suo
programma. Poi c`è stata la decontribuzione sugli assunti a tempo indeterminato. Questa è stata una misura costosa e temporanea. Ma di cosa si discute ora? Guarda caso di come inserire nel Def e nella manovra per il 2018 un taglio strutturale del costo del lavoro. Deve essere l`architrave del Def».

 

Il governo ha il problema di disinnescare le clausole Iva, trovando 19,5 miliardiper il 2(318 e 22 per il 2019. Padoan sembra tenere aperta la possibilità di qualche aumento. Ma Renzi è contrario.
«Io non ho questa impressione. Il governo è impegnato a disinnescare le clausole di salvaguardia. Il nostro problema non è ottenere maggior gettito sull`Iva aumentando le aliquote, ma recuperando l`evasione, che sulla stessa Iva ammonta a più di 4o miliardi di euro l`anno. Lo split payment e la fatturazione elettronica
stanno dando risultati incredibili. Nel Def dobbiamo estendere queste misure. Penso in particolare alla fatturazione elettronica tra le imprese private, che va il più possibile incentivata».

 

La manovra deve essere finanziata in parte con l`indebitamento. L`impegno di undeficit all`1,2% del Pil nel 2o18 non sarà mantenuto.
«Con la manovra che faremo entro aprile il deficit 2017 sarà ricondotto al 2,2%, inferiore a quello del 2016. Nel 2018 lo ridurremo ancora, ma certo non potremo arrivare al 2%, altrimenti significherebbe fare una manovra recessiva che non sarebbe nell`interesse di nessuno in Europa».

 

Come si può fare un taglio strutturale del cuneo?

«Bisogna delimitare la platea. Per questo, ma si tratta di una mia opinione personale, circoscriverei la platea ai giovani. I quali riceverebbero una dote iniziale di decontribuzione e defiscalizzazione all`inizio molto forte e a regime comunque
tale da assicurare, per esempio, un prelievo più basso di 4-5 punti. Insomma, dobbiamo fare un Def all`insegna delle riforme. A partire da quelle sulla concorrenza, che segue direttamente Calenda: approviamo finalmente in Parlamento il disegno di legge di due anni fa, se serve con la fiducia, e poi presentiamone subito un altro».

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