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Taddei: stop al bail in se la crisi è generale

“Il bail-in non è adeguato per gestire uno shock complessivo di sistema. In questo caso è giusto pensare a regole che possano derogarvi”. Intervistato da QN, Filippo Taddei, responsabile Economia del Pd, giudicapiù che opportuna la “riflessione” del vicedirettore generale di Bankitalia, Fabio Panetta, che ha chiesto di rivedere, in particolari casi di “debolezze strutturali o eventi straordinari”, le normative europee sul salvataggio delle banche entrate in vigore a inizio anno.

 

La richiesta di palazzo Koch “è un invito alla riflessione” che “si basa su una condivisibile considerazione economica”. Taddei spiega: “Il bail-in è uno schema di gestione della crisi bancaria che serve a responsabilizzare chi amministra i singoli istituti. Si chiamano a rispondere del dissesto azionisti, obbligazionisti subordinati e ordinari, e infine correntisti oltre i 100mila euro. Se, invece di una singola banca, lo shock coinvolge l’intero sistema bancario, il bail-in non è in grado di gestirlo”, sottolinea Taddei. “Quando c’è una crisi finanziaria, la risposta è sempre di sistema, in tutto il mondo”.

 

Per il responsabile economico del Pd, in un momento come questo, di “grande volatilità sui mercati, l’intervento di Bankitalia non è un caso”. Ieri, “un discreto bagno di sangue”, ha riguardato “non solo l’Italia: Milano ha perso il 3,5%, Francoforte il 2,4% e Parigi l’1,3%. Credo che si tratti di fibrillazioni passeggere. Se così non fosse reagiremo con tempismo e intensità per non ripetere gli errori del 2011: allora l’Europa fu lenta a differenza degli Usa”.

 

Sulla sofferenza delle banche italiane, e la possibilità di attacchi speculativi ai danni dei nostri istituti di credito, Taddei assicura:”Le nostre banche sono solide. Guardiamo giustamente alle sofferenze dei nostri istituti ma dimentichiamo che Deutsche Bank, Société Générale e BNP Baribas hanno perso più di Intesa Sanpaolo in un mese. Insomma, se è un attacco speculativo all’Italia, la mira non è delle migliori. Sono tensioni globali”.

 

 

A proposito dell’accordo siglato con la Ue per il meccanismo di smaltimento delle sofferenze bancarie, e della possibilità che produca un effetto ‘Tremonti bond’, cioè si riveli uno strumento dall’effetto limitato, a causa dell’alto costo per gli istituti, Taddei evidenzia la natura dell’intervento “molto più vasto dei Tremonti Bond, responsabilizzante per le banche e tutelante nei confronti delle risorse pubbliche”, che “smuove le sofferenze e spinge le banche a tornare a fare credito alle imprese”, dunque in condizioni di produrre “un effetto positivo”.

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