“L’intesa raggiunta oggi sul decreto correttivo è un passo avanti importante che renderà il Codice appalti più applicabile e utile. Si rafforza la fattibilità e la tempestività degli investimenti e degli appalti e, al contempo, si tengono insieme le esigenze di trasparenza e legalità a cui come Comuni teniamo molto”. E’ quanto dichiara il vicepresidente Anci e sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, che oggi ha rappresentato l’Associazione in Conferenza Unificata.
“Il governo – spiega Ricci – ha fatto molti sforzi per far partire gli investimenti, in parte bloccati per complicazioni procedurali che questo correttivo mira a superare. E’ un primo passo verso la semplificazione, ora chiediamo al Parlamento di difendere l’intesa sancita oggi e di migliorarla recependo gli emendamenti presentati oggi dall’Anci.
Ad oggi – ricorda il vicepresidente Anci – le opere possono andare in gara solo con il processo esecutivo. Il correttivo al Codice, invece, reintroduce l’appalto integrato che renderà possibile presentarsi a gara anche con progetti definitivi. L’onere del progetto esecutivo andrà quindi in capo alle aziende, con un evidente risparmio per le amministrazioni, da tempo in sofferenza per carenza di personale e mancanza di figure specifiche che si occupano di progettazione interna”.
Ricci ricorda poi come attraverso le proposte Anci il correttivo introduce anche “norme per la semplificazione sulle manutenzioni che non richiedono progettualità dettagliata e che quindi devono poter essere realizzate in maniera tempestiva e veloce”. “Lo sblocco del Patto di stabilità solo per i Comuni vale circa due miliardi sul 2016 e altri due sul 2017. Se aggiungiamo i 700 milioni di spazi finanziari su edilizia scolastica e dissesto idrogeologico e i 2,1 miliardi sulle periferie vediamo che siamo di fronte ad una delle azioni più espansive delle ultime leggi di bilancio. Le risorse per realizzare gli investimenti ci sono – ha quindi concluso il vicepresidente Anci -, da oggi abbiamo anche un punto di maggiore equilibrio tra esigenze di legalità ed esigenze di procedure meno rigide per la realizzazione delle opere”.