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Ricci: “Genova democratica si salverà dalla Lega”

Più di 100 comuni per 4,3 milioni di persone. Questi i numeri dei ballottaggi di domenica prossima, con la sfida finale che si gioca tutta sui campi del centrodestra e del centrosinistra. L’Italia si è risvegliata bipolare la mattina del 12 giugno con la battuta d’arresto dei Cinquestelle, scomparsi al primo turno, esclusi dai ballottaggi quasi ovunque. Resta il testa a testa destra/sinistra, con Salvini e Berlusconi che vogliono contarsi per contendersi la leadership.

Matteo Ricci, responsabile Enti Locali: invece il Pd come sta messo?

Bella domanda. Molto dipende da quanta gente andrà a votare: vincono i candidati che riescono a portare le persone ai seggi, uno per uno, fino all’ultimo. L’appello è uno: andare a votare e non dare per scontato nulla, sia che siamo in testa sia che siamo secondi. La mia previsione è che saranno ballottaggi al fotofinish: al primo turno per il Pd è andata molto bene perché abbiamo vinto in oltre 20 comuni contro 8 del centrodestra.

Ma il ballottaggio è una partita che riparte da zero a zero.

Vero. Ed è per questo che occorre una forte mobilitazione dicendo alcune cose chiare: il centrosinistra sia compatto e faccia da argine alla lega di Salvini.

Teme che le recenti tensioni con Mdp possano riversarsi sulle urne?

In almeno due terzi dei comuni siamo compatti, con coalizioni civiche di centrosinistra. Dove corriamo divisi spero e credo che scatti il meccanismo di buon senso del voto utile. E d’altra parte non potrei mai comprendere come un elettore di sinistra possa preferire la Lega al Pd o anche solo stare a casa e farli vincere.

Le città più delicate?

Genova, dove scontiamo una sconfitta alle regionali ma dove, sono convinto, la forza democratica che pervade la città a livello culturale prima ancora che politico, non consegnerà alla destra di Salvini la sua storia. Penso che al secondo turno Crivello ce la farà anche perché Genova è una delle città dove maggiore è stato l’astensionismo. Non escludo che il voto grillino faccia la differenza: lì i Cinquestelle sono di sinistra, faccio fatica a vederli votare il candidato della Lega. Poi ci sono Verona e Belluno, dove non andiamo al ballottaggio ma sosteniamo due candidati moderati come Tosi e Massaro.

Belle sorprese?

Possiamo farcela a Padova, dove è stato fatto un ottimo lavoro di apparentamento e a Taranto, città difficile che siamo riusciti a recuperare aggregando diverse liste. Anche a Parma siamo ad appena due punti di distacco da Pizzarotti, anche lì ce la giochiamo.

La lettura politica delle amministrative è un errore?

Il voto di opinione, che prevale nelle grandi città, ci ha consegnato le cattive esperienze delle Raggi e della Appendino. Noi abbiamo cercato di accompagnare i territori senza politicizzare il voto, presentando candidati credibili e radicati, vicini alle persone. Ora mi pare che Salvini voglia tentare di mettere il cappello su un eventuale successo della Lega, ma lì c’è in ballo la faida con Berlusconi. A noi interessa che le città vengano governate bene, e basta.

Lunedì mattina, risultati alla mano, si riapre la discussione sulla legge elettorale?

Penso che ricominciare tutto da capo sia complicato: abbiamo visto come anche un accordo ampio e condiviso possa saltare da un momento all’altro. Non credo ci sia il dovuto clima di rispetto e collaborazione tra forze politiche per fare una nuova legge elettorale. Ma è una mia opinione.

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