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Ricci: “Vi spiego perché il M5s non ha chances”

Dopo il risultato del referendum di dicembre, il morale non era certo buono, anzi. Ma ora la situazione per il Pd sembra essere molto cambiata e dalla demoralizzazione post referendaria si è passati a guardare all’appuntamento delle amministrative con “cauto ottimismo”. A parlare è Matteo Ricci, responsabile enti locali del Pd con cui abbiamo fatto il punto della situazione a poche settimane dal voto dell’11 giugno. Poche settimane in cui la situazione e soprattutto le intenzioni di voto possono ancora cambiare, ma il clima è buono in casa Pd perché il partito “è riuscito a tenere, a essere unito e a presentarsi sempre in coalizione con liste di centrosinistra o liste civiche”. E dove sono state fatte, le primarie sono riuscite bene, senza polemiche sui candidati e sopratutto sui vincitori.
 
Insomma, “siamo in una situazione che ci consente di essere competitivi ovunque – aggiunge il responsabile enti locali – con buone possibilità di vincere o arrivare al ballottaggio. La partita si giocherà praticamente ovunque tra centrosinistra e centrodestra, mentre per il Movimento 5 stelle ci sono poche possibilità di arrivare al ballottaggio – spiega Ricci – L’M5s non ha personale politico, manca la classe dirigente e poi non ci sono personalità che emergono”. E poi ci sono stati casi come quello di Genova, la Genova di Grillo, in cui c’è stata una pessima gestione delle candidature e delle comunarie online con la fuoriuscita di Marika Cassimatis che peserà in modo negativo sul Movimento 5 stelle.
 
Una falla che rischia di penalizzare i Cinquestelle anche alle elezioni politiche, quando ci saranno, soprattutto perché il voto di protesta non avrà più la stessa spinta che ha avuto nelle ultime chiamate alle urne. E poi, commenta Ricci, “loro hanno chance dove noi facciamo disastri”, dove, cioè, il Partito democratico presenta candidati sbagliati, liste fatte male o dove ci sono state amministrazioni che non hanno lasciato un buon segno.
 
Mentre i grillini hanno chance a Taranto – dove il centrosinistra è molto frammentato – e a Carrara, il centrosinistra può vincere al primo turno a Palermo con Orlando e a Monza con Scanagatti e anche Di Benedetto all’Aquila non è lontano dal 51%.
 
Ma al ballottaggio il centrosinistra arriverà praticamente ovunque, da Padova alle città lombarde fino a Genova dove è sicuro il ballottaggio tra Crivello e il candidato del centrodestra Bucci.
 

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