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Roma, zitti tutti: il diktat di Grillo certifica una città bloccata dalle faide M5s

“Il diktat di Grillo ai “portavoce” del M5S, di non fare “né dichiarazioni né interviste su Roma nei prossimi giorni”, è la certificazione definitiva del fallimento dell’esperimento Raggi e di una giunta mai nata”. Lo dichiara il senatore Stefano Esposito, che continua: “Ma è anche di più: dimostra che nel movimento è in corso una sfida sanguinosa tra le varie “anime”, cioè le correnti. Il che fa del M5S un partito novecentesco a tutto tondo. Altro che rivoluzione, altro che uno vale uno. L’unica, vera differenza è che tutte le correnti, da Di Maio e Di Battista a Fico e Ruocco, devono abbassare la testa e obbedire quando arrivano gli ordini dei capi di Genova e di Milano. Una vera umiliazione. E intanto Roma Capitale continua a non avere un governo”, conclude Esposito.

 

Sul “bavaglio” di Grillo interviene anche la deputata Anna Ascani: “La consegna del silenziodi Grillo su Roma è l’ammissione del livello di scontro interno ai grillini. Metterà pure la mordacchia ai suoi ma il disastro dei 5 stelle a Roma oramai cammina da solo. Il partito dello streaming ridotto alla censura per arginare l’incontinenza dei suoi addetti ai lavori che per manifesta incapacità si sono ridotti ad addetti ai livori.”

“Anche Salvatore Tutino rimane stritolato dalle faide interne e dai veti incrociati dei vari direttori e rinuncia. A questo punto è certificato che anche la città di Roma si è dotata di un suo evento rievocativo: la giostra dell’assessore”.Questo il commento di Ernesto Carbone, della Segreteria nazionale del Pd, all’annuncio della rinuncia del magistrato all’assessorato al bilancio del comune di Roma.

“La situazione è preoccupante per la città – continua Carbone -, bloccata dagli scontri interni ai gruppi dirigenti dei 5 stelle e dall’inerzia di un sindaco che non riesce ad andare oltre sterili e poco credibili denunce contro i poteri forti. Fanno tutto da soli, uno spettacolo disarmante.”

 

Sul ritiro della candidatura della capitale come sede olimpica nel 2024, dalla segreteria Pd interviene Lorenza Bonaccorsi: “Dopo le Olimpiadi il sindaco Raggi ha deciso di rinunciare anche a 25mln di euro dovuti da Telecom per un contenzioso con il Comune.Vorremmo capire quale sia la ratio finanziaria alla base di questa scelta. L’unico dato certo è che l’amministrazione capitolina targata M5s ha deciso di rinunciare ad una cifra estremamente ingente.

Quali vantaggi deriverebbero ai cittadini da questa rinuncia? Quali pareri sono stati acquisiti dalla giunta per arrivare ad una simile determinazione? Strano comportamento, quello del Sindaco, più che una presa d’atto di una situazione questa decisione ha il sapore piuttosto del regalo. Attendiamo chiarimenti”.

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