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Renzi: “L’Ue è più forte di ogni difficoltà e l’Italia farà la sua parte nel nuovo percorso”

“Un giorno senza precedenti, un giorno non facile ma l’Unione europea è più forte di ogni difficoltà e l’Italia farà la sua parte nel percorso che oggi si apre. Il governo e le istituzioni europee sono nella condizione di garantire, con qualsiasi mezzo, la stabilità del sistema finanziario e la sicurezza dei risparmiatori”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi, nelle comunicazioni alla stampa sul referendum nel Regno Unito.

“Il mondo ha bisogno molto dell’Ue, di un’Europa del lavoro, del coraggio, della libertà, della democrazia. In un parola il mondo che verrà ha molto bisogno dell’umanesimo europeo. A chi chiede più sicurezza e tranquillità ci sono 70 anni di storia a dimostrare che la pace è stata possibile grazie all’unione e non alla divisione”.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi sarà a Berlino lunedì pomeriggio per l’incontro con la cancelliera Angela Merkel e François Hollande dopo l’esito del referendum sull’Ue della Gran Bretagna.

 

 

“La decisione del popolo britannico di uscire dall’Ue, che rispettiamo, è una decisione grave”, ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, annunciando che domani a Berlino si terrà una riunione dei colleghi dei sei Paesi fondatori.

Per il ministro degli esteri, “l’Italia avrebbe preferito un esito diverso” , ma il risultato del referndum britannico “deve suonare come una sveglia per l’Europa”.

“Siamo di fronte a un momento difficile per l’Unione Europa occorre trovare la forza ed rilanciare il progetto dell’Unione, le politiche migratorie e di difesa comuni. L’Italia ci crede e il governo si prepara ad affrontare la Brexit con il rilancio della prospettiva europea”, ha detto Gentiloni, secondo il quale “sul piano politico il governo vuole dare due messaggi: il primo che Londra dia seguito a questa decisione attivando l’art. 50 dei trattati che regola l’uscita degli Stati membri dall’ue rispettando i diritti acquisiti dai cittadini europei e italiani”. Il secondo è la necessità di dare seguito alla decisione della Gran Bretagna, perché “un lungo periodo di incertezza non farebbe che alimentare quella che oggi è la sensazione di instabilità nella costruzione europea”.

“Sul piano politico non possiamo stare fermi – ha proseguito Gentiloni – e dobbiamo rilanciare politiche migratorie e di difesa comuni. L’Italia ci crede, è l’Italia dello spirito di Ventotene, e spingerà perché non ci sia una reazione di ordinaria amministrazione. La storia degli ultimi 50 anni – ha concluso il ministro – dimostra che nei momenti di crisi l’Europa ha trovato la forza per rilanciare il progetto dell’unione”.

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“Sicuramente è un giorno molto triste per l’Europa, ma non è il funerale dell’Unione europea”, lo ha detto il presidente del gruppo S&D Gianni Pittella entrando al Parlamento Ue.

“Noi rispettiamo integralmente la volontà dei cittadini britannici e chiediamo che ci siano procedure veloci per la notificazione del recesso e per la negoziazione del rapporto che sarà tra Ue e un Paese terzo, con ciò che ne consegue a danno dei cittadini britannici”, ha detto.

“Dopo questo risultato è indispensabile che le forze europeiste siano unite e sappiano dare risposte ai cittadini delusi dall’austerità, abbiamo bisogno di una politica economiche che rilanci la crescita e l’occupazione e che recuperi le aree sociali più emarginate” e ” abbiamo bisogno di mettere su un cantiere per una maggiore integrazione dell’Ue, serve un governo economico e finanziario dell’Ue, serve un bilancio comunitario forte, un ministro delle finanze dell’Ue e serve che i cittadini si sentano più coinvolti nell’Ue anche con l’elezione diretta del presidente della Commissione europea”, ha concluso.

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“Le conseguenze del referendum sono molto serie. L’uscita della Gran Bretagna deve essere rapidissima e non negoziata. L’Europa ha una via d’uscita positiva che l’Italia, in tutti i consessi europei, indica da tempo: aprire immediatamente il cantiere dell’unificazione politica del nostro Continente. Soltanto una federazione di Stati che, nel mantenere i propri valori, costituiscano democraticamente una vera unità politica può permetterci di rafforzarci crescere e competere a livello mondiale”. Così il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda che poi continua: “Nel voto di Londra c’è un’evidente sottovalutazione delle conseguenze negative dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Ma tutti sapevamo da tempo che un’unione solo economica e non anche politica avrebbe avuto vita molto difficile”.

 

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Brexit, Sereni: tristezza e preoccupazione, reagire con rigore e responsabilità.

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