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Grazie alla Marina Militare. Fieri di essere italiani

“Nel mese di aprile 2015, gli scafisti condussero alla morte settecento persone stipate in una carretta del mare e chiuse a chiave nella stiva. Quell’evento colpì molto tutte le persone di buona volontà. L’Italia chiese allora la convocazione di un consiglio europeo straordinario.
E da lì abbiamo iniziato a cambiare la politica continentale sui migranti, un passo alla volta.
Quella nave contiene storie, volti, persone, non solo un numero di cadaveri.

Ho dato disposizione alla Marina Militare di andare a recuperare il relitto per dare una sepoltura a quei nostri fratelli, a quelle nostre sorelle che altrimenti sarebbero rimasti per sempre in fondo al mare. L’ho fatto perché noi italiani conosciamo il valore della parola “civiltà”. E ci hanno insegnato fin dai primi giorni di scuola che il rispetto per la sepoltura è uno dei grandi valori della nostra cultura.

Dare una tomba a ciascuno di loro significa restituire il diritto alla memoria. E significa ammonire l’Europa su quali siano i valori che contano davvero. Continuiamo tutti i giorni a cercare di salvare vite umane, anche oggi.

Il relitto è stato recuperato ieri, quattordici mesi dopo: qui ci sono alcune foto.
Grazie alla Marina Militare, fiero di essere italiano. Lavoriamo tutti i giorni perché l’Europa sia all’altezza dei valori che l’hanno fatta grande”. Lo scrive il premier Matteo Renzi, in un post su Facebook.

*****

Quella del 18 aprile 2015 è considerata la più grande tragedia del Mediterraneo: furono oltre 700 i migranti che morirono nel naufragio a largo della costa della Libia. Il relitto del peschereccio a bordo del quale si trovavano è stato recuperato: agganciato due giorni fa, oggi è stato sollevato dal fondale.

Il relitto trasportato ad Augusta dalla nave Ievoli Ivory, sarà collocato all’interno di una tensostruttura refrigerata dove potranno iniziare le operazioni di recupero delle salme. I corpi saranno esaminati da esperti di varie università: le informazioni raccolte saranno elaborate da un network europeo che ha il compito di risalire all’identità dei corpi attraverso l’incrocio dei dati. Si stima che nel barcone, che si trova a 370 metri di profondità, ci siano almeno 400 corpi.

L’operazione è resa possibile dalla sinergia tra presidenza del Consiglio dei Ministri, ministeri della Difesa, dell’Interno, della Salute, dell’Istruzione, dal Commissario Straordinario per le persone scomparse, dalla prefettura di Siracusa e dalla Procura distrettuale di Catania e vede coinvolte circa 150 persone al giorno tra cui personale della marina militare, dei vigili del fuoco, del corpo militare della Croce Rossa Italiana, dell’Ufficio di sanita’ marittima, area e di frontiera (Usmaf), dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp), Agenzia della dogana, oltre alle autorità ed enti locali”.

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