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Renzi: senza paura, noi siamo l’Italia che dice Sì al cambiamento

“Grazie a questa città bella colta e appassionata. Grazie alla Sicilia e alla Regione siciliana per l’accoglienza. Aver fatto la festa in Sicilia è molto più di un fatto organizzativo, significa condividere con tutta l’Italia la passione e gli ideali che vi caratterizzano”.

 

Così il segretario PD Matteo Renzi apre il suo intervento alla Festa nazionale de l’Unità che si è svolta a Catania.Insieme a lui anche i ministri Maria Elena Boschi, Dario Franceschini e Maurizio Martina, i vicesegretari Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani, il presidente della Sicilia Rosario Crocetta e molti parlamentari democratici.

 

Prossimo G7 a Taormina contro il binomio mafia – Sicilia.”La storia del nostro Paese è profondamente legata a quella di questa terra, la Sicilia. Lo è per i fatti negativi, per la lotta alla mafia, ma è anche una Regione che ha dimostrato che i luoghi comuni contro la Sicilia sono da respingere al mittente. Durante un incontro internazionale persone autorevoli mi hanno detto ‘in Sicilia c’è la mafia’. In quel preciso momento ho deciso che il G7 del 2017 si sarebbe fatto qui per dimostrare al mondo cos’è questa terra”, ed ha ricordato i “martiri della nostra storia”, a partire da Falcone e Borsellino.

 

 

“C’è chi strumentalizza il lavoro dei servitori dello Stato, chi si permette di andare in giro con le magliette immaginando di rappresentare la polizia. Ma per sette anni hanno bloccato il contratto di quelle persone, e noi lo abbiamo sbloccato e abbiamo riconosciuto con gli ottanta euro che sono servitori dello Stato, non di un partito. Tenetevi le vostre camicie verdi e lasciate le magliette della polizia a chi è degno di portarle”, commenta riferendosi a Salvini.
Matteo Renzi

 

Mezzogiorno. “Noi abbiamo una ricchezza inespressa. La straordinaria forza del nostro Mezzogiorno. Vi dico una cosa che ci indigna: la Sicilia ha gli stessi chilometri di coste delle Baleari e della Canarie, che sono anche decisamente più brutte. Eppure ha un quinto di turisti”, dice Renzi. “Non ero mai stato alla valle dei Templi prima, ci sono stato ieri. Siamo d’accordo con le autorità di andare a vedere se davvero riusciremo a trovare il cuore dell’antica Agrigento che secondo le ultime scoperte archeologiche dovrebbe essere davvero a portata di mano”.

 

“Catania è un punto di riferimento non solo per la Sicilia ma per l’intero Paese”, sottolinea inoltre Renzi. “Da qui rivolgo un pensiero al primo siciliano a guidare il Paese, che è per noi punto di riferimento e garante: Sergio Mattarella. Il PD gli augura di continuare il suo servizio con questa intensità, passione, autorevolezza che rende l’Italia più solida, solidale e più bella”.

 

Terremoto. “Abbiamo attraversato una fase molto difficile. Pensate agli eventi di Nizza, di Dacca, gli eventi che hanno colpito il nostro Paese, penso a ciò che è accaduto ad Amatrice, ad Accumoli, a Pescara del Tronto. Il terremoto mostra le nostre fragilità. Non credo a chi dice che esiste il rischio zero. A chi racconta che se si facesse tutto ciò che serve, la natura sarebbe sconfitta. Non è così. Ciò che è certo è che ciascuno di noi può fare qualcosa in più. Ma la prima reazione è esprimere una parola di affetto, di vicinanza. Il PD manda il proprio abbraccio a quelle famiglie che in una notte hanno visto perdere i propri cari. Il PD sa che quel dolore non avrà mai fine, ma l’Italia tutta intera senza polemiche inutili e sterili fa sentire la propria vicinanza. Bisogna dire una parola chiara d’orgoglio su come uomini e donne sono intervenuti nelle ore successive al terremoto. Grazie ai professionisti e ai volontari dell’accoglienza e del soccorso. Un grazie particolare ai vigili del fuoco che mi hanno colpito molto non per ciò che sono, ma per come hanno interpretato il loro ruolo”.

 

Difficoltà M5S. “Sono costretto a chiedere un sacrificio al PD: dopo mesi di prese in giro e sfottò, di accuse infamanti contro di noi, il #partito5stellesta vivendo una grossa difficoltà. Dovevano fare tutto in streaming ma devono aver finito i giga, non c’è campo”, afferma ironicamente, “ciò nonostante vi chiedo un impegno: non attacchiamo Virginia Raggi. Rispettiamo il voto dei romani, facciamo vedere che siamo diversi da chi pensa che la politica sia guerra nel fango. Non significa abbassare la guardia. C’è l’articolo 27 della Costituzione sulla responsabilità penale e la presunzione d’innocenza, ma non sacrifichiamo gli interessi del Paese per un interesse del partito e ogni riferimento alle Olimpiadi è del tutto casuale”.

 

Referendum. “Aldo Moro diceva che bisogna dire sempre la verità: la verità è che questa riforma è iscritta nella storia del nostro partito e l’abbiamo voluta e costruita negli anni: non riduce gli spazi di democrazia, riduce le poltrone. Ci hanno detto che il problema del referendum era la legge elettorale: abbiamo detto che siamo pronti a discuterne. C’è bisogno però che gli altri facciano proposte, noi facciamo le nostre. I Cinque stelle avevano detto che avrebbero portato la trasparenza in politica, noi la scriviamo nella Costituzione. Forse perciò votano No al referendum, perché non vogliono la trasparenza”.

E aggiunge: “Mi hanno chiesto di non personalizzare e ho smesso. Ho detto che la Legislatura ha una vita a sé stante. E non parliamo più del governo in caso di vittoria del No. Alcuni leader del passato vorrebbero fregarci il futuro. Vorrebbero impedire a questo partito di avere un domani, continuando con un congresso permanente, con le risse e con le polemiche tutti i giorni. Noi diciamo che questa riforma è la riforma dell’Ulivo, della sinistra e della nostra tradizione. La verità è che questa riforma è iscritta nella storia del nostro partito. A chi vuole trasformare il referendum costituzionale nel congresso del PD, diciamo: chi ha i voti vinca il congresso. Io ci sarò e aspetto anche loro”.

 

Europa. “Stop ad una Europa che è tecnocrazia. Inutile continuare con l’austerity se la povera gente non riesce ad arrivare a fine mese. E’ inutile continuare con le tesi ardite, coi fiscal compact. Le regole non sono un totem a cui andare a inchinarsi, citando un passo di Giorgio La Pira. Se venerdì siamo andati da Tsipras – non uno che si è candidato col Pse – e se Tsipras e Hollande ad Atene hanno detto le cose che negli ultimi tre anni abbiamo detto noi, non è merito mio ma di voi e dei nostri eurodeputati che stanno facendo passare un’idea semplice: Europa svegliati”.

 

11 settembre. “Oggi è l’11 settembre e io non riesco a non pensare a Barack Obama. In questi 8 anni ha vinto delle battaglie spaziali, è stato un punto di riferimento per molti di noi. Cosa ci insegna la sua storia e quella dei democratici americani? Che il partito democratico americano è un luogo che profuma di futuro, un luogo in cui ci si sfida ma in cui si va avanti insieme perché c’è un’identità di valori, di regole, di appartenenza. Il PD italiano per me è questa roba qua, non è un gruppo di persone che sparano a zero l’uno contro l’altro con interviste sui giornali”.

 

Ha concluso il segretario: “Non si costruisce una rivoluzione nel giro di un giorno. Siamo pronti a fare la nostra parte, a guardare dove abbiamo sbagliato, ma c’è un punto su cui voglio sfidare il PD. Se dopo 2 anni si è rimesso in moto il mondo della ricerca, dell’innovazione, dell’edilizia scolastica, se abbiamo fatto questo bisogna guardarci negli occhi e sapere che la sfida va combattuta insieme. Tutti insieme senza polemiche. Io non ho paura di andare ovunque e raccontare quali siano le nostre idee. Vi invito a scegliere coerentemente l’Italia che dice sì e non mette veti, non dice no al futuro. Il referendum sta al bivio tra chi vuole cambiare e chi vuole la paura. Noi siamo l’Italia che dice sì. Viva l’Italia, viva la Sicilia, viva il PD”.

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