Buongiorno,
è un piacere per me aprire i lavori di questa giornata di studio che il Partito democratico ha deciso di dedicare al tema dei Fondi europei.
Prima però, permettetemi di ringraziare i quattro dipartimenti che hanno lavorato alla realizzazione di questo evento e le loro segretererie. Un ringraziamento anche al vicepresidente Debora Serracchiani che più tardi interverrà ai lavori, agli europarlamentari presenti e ai tecnici che porteranno la loro esperienza in tema di programmazione.
Come dipartimenti Formazione, Enti locali, Fondi Europei e Welfare abbiamo fortemente voluto questo momento di riflessione e studio perchè crediamo fortemente che il tema delle risorse che arrivano dall’Europa vada affrontato urgentemente.
Se da un lato, i comuni e gli enti locali a causa della crisi sono stati costretti a sottostare a rigide regole finanziarie che ne limitavano la spesa, è anche vero che c’è stata incapacità gestionale di sfruttare quelle risorse che l’appartenza all’Unione europea ci offriva.
Le anticipazioni del rapporto Openpolis in materia ci mostra che l’Italia sta per restituire a Bruxelles circa 6 miliardi di euro di finanziamenti non spesi relativi alla programmazione 2007 – 2013.
Quante cose avremmo potuto fare sul territorio con quei soldi? Quanti servizi in più avremmo reso ai nostri cittadini, senza toccare i nostri bilanci?
In questi sei anni abbiamo speso il 76,8 per cento dei 28 miliardi che ci erano stati assegnati. Peggio di noi, la Romania, la Slovacchia e la Croazia.
La Grecia che come sappiamo tutti vive da anni una situazione economica drammatica, rischiando più volte il default, ha speso il 94,4 per cento delle risorse a disposizione ed il Portogallo il 95 per cento. Sono dati importanti che devono fare riflettere.
In più dovremmo riflettere sul “COME” sono state impiegate le risorse quando siamo riusciti a spendere. Sagre di paese, gemellaggi, rotatorie, concerti in piazza, opere pubbliche mai realizzate.
Tanto che più di una volta siamo stati richiamati dall’euroburocrazia ad un corretto utilizzo.
“FONDI EUROPEI – SE LI CONOSCI NON LI EVITI” è il titolo che abbiamo voluto dare a questa giornata. Vogliamo esortare tutti voi che siete presenti in sala – e vi ringraziamo per il vostro interessamento – e anche i nostri amministratori sul territorio e le associazioni a non perdere questa occasione preziosa e irripetibile che ci da l’Europa.
Alla ripresa dei lavori nel pomeriggio ci sarà uno spazio dedicato alle esperienze delle nostre amministrazioni e delle associazioni. Perchè crediamo fortemente che lo spazio di un partito sia soprattutto quello del confronto, dello scambio delle esperienze e delle competenze. Un terreno fertile dove poter crescere insieme e contemporaneamente far crescere il paese, perchè non parliamo di interessi particolari, ma di beni comuni che vanno alimentati per rinvigorire la fiducia dei cittadini verso i propri amministratori.
Spesso sentiamo dire che l’Unione europea è una madre severa soprattutto quando si parla di conti pubblici, ma i numeri ci mostrano che quando vuole restituirci qualcosa, siamo timorosi nel prendere e sfruttare le occasioni.
La forbice tra il nord ed il sud che contraddistingue molti aspetti del nostro Paese si rispecchia anche nell’utilizzo dei fondi ue e nelle sue modalità. Per questo vorremmo in questa giornata, che non sarà l’unica dedicata al tema – fornire i primi strumenti e le prime indicazioni per fare in modo che anche l’Italia possa raggiungere quella capacità di spesa degli altri Paesi Ue.
In economia si dice che i soldi sono un bene scarso e quindi non possiamo rifiutare quelli che l’europa ci offre per migliorare la vita dei nostri cittadini in termini di servizi, infrastrutture, cultura.
Dopo tanti anni dettati dalla spending review abbiamo il dovere di sfruttare tutte le occasioni.
