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Renzi: “Rivedremo il Pil al rialzo, e dal 2016 il debito calerà”

“Ci sarà una manovra finanziaria da circa 27 miliardi di euro e non ci sarà nessuno sforamento di conto. Anzi, dal prossimo anno scende il debito. Diamo una notizia – ha ribadito – dal 2016 il debito scende”.

 

È l’annuncio dato dal premier Matteo Renzi, nell’intervista a tutto campo rilasciata ieri nella trasmissione Otto e mezzo, che ha specificato come i 27 miliardi della manovra “sono meno tasse e sono tagli; non c’è una tassa che aumenta”.

 

Sempre in materie di economia, l’altro annuncio dato da Renzi è che “nell’aggiornamento del Def che ci sarà venerdì in Consiglio dei ministri la previsione di crescita per l‘Italia nel 2015 sarà alzata dallo 0,7 allo 0,9%. Le cose vanno meglio”, aggiungendo che “anche la crescita del 2016 sarà rivista leggermente al rialzo rispetto all’1,4%”.

 

“Dopo il semestre italiano di presidenza dell’Ue abbiamo la possibilità di avere fino all’1% e più, fino a 17 miliardi di flessibilità – ha spiegato il premier -. Useremo, e non del tutto, le clausole di flessibilità”, nella prossima legge di stabilità, “ma non sforiamo i vincoli europei”.

 

Inoltre, ha annunciato il presidente del Consiglio, “dal primo gennaio 2017 immaginiamo una digital tax che vada a far pagare le tasse nel luogo dove vengono fatte le transazioni economiche e gli accordi, per una questione di giustizia, in attesa di una norma europea”.

 

 

A proposito dell’altro tema caldo di questi giorni, quello del passaggio al Senato della riforma costituzionale, per Renzi il punto chiave “è che si arrivi al Senato delle autonomie, già votato in doppia conforme, e si facciano risparmi. Sull’emendabilità dell’articolo 2 della riforma costituzionale decide Grasso, ma Camera e Senato hanno già votato. Come si possa cambiare idea per la terza volta è un problema che riguarda il presidente del Senato. Io mi aspetto che la riforma passi”.

 

E tornando sulla questione della tassa sulla casa, Renzi ha detto: “Dal prossimo anno la tassa sulla prima casa non ci sarà più. In Italia il catasto non è aggiornato dal 1939: la definizione di casa di lusso o di benestante è impossibile da dare. Però voglio dire che non se ne può più di questa storia della tassa sulla casa: la tassa sulla prima casa vale tre miliardi e mezzo, un terzo dell’operazione sugli ottanta euro”.

 

Sulla questione profughi, al centro ieri di un vertice europeo in cui non si è raggiunto un accordo sulle quote, il presidente del Consiglio ha fatto notare “io, sull’immigrazione, non ho mai visto l’Europa unita e ci ho fatto nottate. C’e’ tanta strada da fare. Ma sembra che finalmente i colleghi Ue si siano convinti di 3 cose insieme: centri di identificazione, politica di rimpatrio, ma è fondamentale anche la cooperazione internazionale”. Gli italiani, ha sottolineato, “possono essere fieri. Tutti insieme, o quasi, dicevamo da tempo quel che ha detto la Merkel nelle ultime settimane”, ovvero “salviamo la vita a tutti”, e “gestiamo l’emergenza”.

 

Non è mancata una domanda sulla presenza del premier a New York per la finale femminile degli US Open, in merito alle quali Renzi ha ricordato: “È l’Italia che ha vinto. Una cosa enorme: due donne del Sud che vincono gli Us Open. La Fiera del Levante c’è tutti gli anni, ci torneremo nei prossimi anni e tornerò a Bari nelle prossime settimane. Ma non potevo mancare. Se fosse stato calcio nessuno avrebbe storto il naso, forse è perché il tennis è considerato di serie B. E poi è femminile”.
“Lo sport deve unire – ha concluso -, non suscitare polemiche. Quelle lasciamole a chi vive di rancore”.

 

E rispondendo a chi ha storto il naso sul volo di Stato: “Si guardi ai costi di Palazzo Chigi prima e dopo cura: noi stiamo facendo i tagli sulla spesa pubblica, ma l’idea che le alte cariche dello Stato non si muovano con i voli di stato appartiene ad una dinamica molto populista. C’è gente che avrebbe chiesto a Pertini il computo per i voli di Stato per andare a prendere la nazionale dell’82”.
E a proposito del partito: “Escludo di lasciare il timone del Pd, perché abbiamo deciso, come anche in Germania, che il capo del partito è il capo del governo. Mi considerano un usurpatore, ma ho vinto le primarie. Vedremo le prossime, se le perdo resterò a fare la minoranza”, concludendo “Ho detto rottamazione e al massimo farò due mandati. Se mi rieleggeranno, sarà l’ultima”.

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