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Covello: Benvenuta ripresa. Al Sud

Un anno fa le anticipazioni del rapporto Svimez alimentarono un importante dibattito pubblico tanto che il Pd il 7 agosto 2015 dedicò a questo tema una riunione della sua Direzione nazionale. Fu in quella sede che prese corpo l`idea del Masterplan e di un patto per il Mezzogiorno, in grado di rilanciarne l’economia. Sono trascorsi 365 giorni da allora e le anticipazioni del rapporto di quest’anno evidenziano un Pil cresciuto dell’1% (contro lo 0,7 del resto d`Italia) e una occupazione cresciuta di 94 mila unità pari all’1,6% .

 

Sono aumentati l’export e il turismo e il 2015 appare essere stato davvero un anno di svolta. Il pieno utilizzo dei fondi europei ha di fatto rilanciato una spesa pubblica che risultava essere ferma da troppo tempo, ma è soprattutto l’agricoltura ad aver dato un contributo straordinario alla crescita del Mezzogiorno. Ripercorrendo all’indietro questi 365 giorni possiamo rivedere quelle che sono state le scelte che questo governo ha compiuto affinchè il tema del
sud riacquistasse dignità e centralità. Ricordo quando il premier fu criticato per aver detto «basta con il piagnisteo» e per aver anche con parole dure chiesto un protagonismo del Mezzogiorno nel suo riscatto.

Oggi il premier ha firmato a Taranto il patto per lo sviluppo della città, sede del più grande impianto siderurgico d’Europa, e il Patto per la Sardegna. Nelle scorse settimane sono stati siglati patti con le Regioni Campania, Basilicata Calabria e due giorni fa con il Molise, così come sono stati sottoscritti patti con le città metropolitane di Catania, Palermo e Reggio Calabria.
Investimenti complessivi per oltre 20 miliardi di euro in infrastrutture, opere pubbliche, trasporti, logistica, ma anche ricerca, innovazione, edilizia scolastica, rigenerazione urbana, contrasto al dissesto idrogeologico, coesione. E vorrei soffermarmi proprio su questo termine, coesione. Non c’è crescita per il nostro Paese se non riparte il sud e il Mezzogiorno può ripartire solo se si rafforzano le politiche di coesione.

 

Gli anni della crisi hanno colpito pesantemente questo territorio al punto da essere segnato dalla più grave crisi demografica che abbia mai conosciuto, lo spopolamento delle sue aree interne, l’emigrazione, la denatalità, tutti fattori assolutamente rilevanti, aggravati persino da una bassa incidenza di immigrati che decidono di fermarsi. Così accanto a questo investimenti si aggiungono i risultati conseguiti dalle riforme del mercato del lavoro, dalla riorganizzazione della Pa, e importanti prospettive si aprono sul fronte del welfare. Per la prima volta si investe in uno strumento di contrasto della povertà. Un miliardo e 600 milioni per aiutare le famiglie più povere, quelle con bambini, o con un ultracinquantacinquenne senza alcuna forma di tutela.

 

È stata data una priorità. Non assecondiamo le sirene dell’assistenzialismo, quelle che furbescamente i cinque stelle cercano di cavalcare facendosi scudo del bisogno delle persone attraverso il reddito di cittadinanza. Noi vogliamo aiutare chi è in difficoltà e vogliamo partire da quelli che lo sono di più. Ma la principale arma di contrasto della povertà per il Pd rimane il lavoro.
Da settembre presso i Comuni i cittadini potranno presentare la domanda per il Sia (sostegno di inclusione attiva), sarà una tappa importante per aiutare le fasce di popolazione che vivono nella indigenza più assoluta. È un altro tassello che andiamo a mettere nel mosaico del nuovo welfare. Ed è così, passo dopo passo, che arriviamo a commentare i dati della Svimez di giovedì e quelli dell’Istat di venerdì con 599mila posti di lavoro nell’ultimo anno di cui il 70% a tempo indeterminato. Per carità, i problemi rimangono ma i dati emersi dalle anticipazioni del Rapporto Svimez ci dicono che siamo sulla strada giusta.

 

Nello sfogliare i quotidiani non ho riscontrato a fronte di questi numeri lo stesso numero di editoriali che invece si registrarono lo scorso anno quando per diversi giorni editorialisti di primissimo piano sollevarono la criticità della condizione del Mezzogiorno. Il sud fa notizia quasi sempre solo in negativo. Ecco io vorrei che questo trend si invertisse partendo proprio da questo giro di boa dopo 365 giorni.

 

Fonte: l’Unità

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