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Finocchiaro: al Sud servono infrastrutture e una P.A. efficiente

La direzione Pd in programma sul Mezzogiorno, con i governatori pronti a dare battaglia? “Stiamo attenti a non partire col piede sbagliato, non è una resa dei conti. Qui non c’è una rivendicazione da fare, ma un’assunzione di responsabilità comune. Non ricalchiamo vecchi schemi”. Lo afferma la senatrice Anna Finocchiaro, presidente della Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, in un’intervista ad Avvenire.

 

Per anni “è stato sottovalutato quello che stava accadendo e poi non si sono valutati gli effetti della crisi sul mezzogiorno”. “Nel Mezzogiorno – dice la senatrice – non sappiamo se riusciamo a invertire la rotta, e siccome non c’è alternativa, investiamo tutto quello che abbiamo, favoriamo il coordinamento di tutte le istituzioni responsabili per la programmazione e orientiamo la spesa su obiettivi precisi, coerenti con lo sviluppo possibile per ciascuna regione”.

 

“Siamo in un’emergenza e in questa fase dobbiamo scegliere territorio per territorio, alcune vocazioni importanti e finalizzare gli investimenti”. Quanto agli ‘Stati generali’ per lo sviluppo proposti dal ministro Guidi, “bene, si faccia”.

 

Finocchiaro invita poi le regioni ad impegnarsi “a fondo”.”Abbiamo vissuto per troppi anni l’incapacità di spesa dei fondi europei”. Se al sud gli investimenti sono frenati dalla mafia? “La criminalità organizzata oggi c’è anche al Nord. Io
penso che gli investitori esteri non investano al Sud per le infrastrutture deficitarie e una Pubblica amministrazione non affidabile”. L’idea di un ministro del Mezzogiorno? “Un ministro senza la possibilità del governo dei fondi strutturali non ha senso”.

 

Concentrare la decontribuzione sulle regioni meridionali per il trienno 2016-’18 per favorire l’occupazione e intervenire sul nuovo modello contrattuale per ripristinare la detassazione al 10% per la contrattazione decentrata. Queste le proposte per il Mezzogiorno del Viceministro dell’Economia Enrico Morando in un’intervista al Messaggero.

 

“E’ il momento di un patto tra il Governo e le Regioni del Sud, che sono tutte governatedal centro-sinistra” afferma l’esponente dell’Esecutivo Renzi. Morando ricorda che la decontribuzione, in vigore dagennaio per tutta Italia, “è stata finanziata con risorse che erano destinate al Mezzogiorno: ciò può suggerire l’idea di stabilizzarla per il 2016-2018 ma solo per leregioni meridionali”.

 

Riguardo al modello contrattualeosserva: “il Sud è penalizzato più del Nord dallaprevalenza del livello nazionale: se la contrattazione si sposta verso il basso, azienda, filiera, distretto, l’economia meridionale se ne potrà avvantaggiare e allorabisognerà forse pensare a ripristinare la detassazione al 10% sulle voci legate alla produttività che era in vigore fino al 2014”.

 

 

Basta con “la spesa a pioggia di tipo clientelare”, per far ripartire il Mezzogiorno bisogna investire nelle infrastrutture “su una dimensione macro-regionale con la regia del governo”. E’questo il punto principale della ricetta indicata dall’eurodeputato Pd,Gianni Pittella, in una intervista all’Unità.

 

Per il leader dei Socialisti e Democratici al Parlamento Ue: “Oggi il governo è nelle condizioni di pensare ad un programma organico che abbia visione e concretezza per ridurre il dualismo e ridare prospettiva al Mezzogiorno”. Importante, secondo Pittella, “l’uso unitario dei fondi europei, non togliendo competenze alle Regioni, ma convincendole a sedersi a un unico tavolo in cui buona parte dei fondi vengano programmati con la regia del governo e vengano finalizzati a ridurre l’enorme deficit infrastrutturale che è il principale problema del Sud” e “l’introduzione, in via sperimentale all’inizio, delle zone economiche speciali come in Polonia dove hanno funzionato. Cioè zone a fiscalità di vantaggio e a burocrazia zero
per chi fa impresa di qualità e innovativa.

 

Va fermata la fuga dei cervelli e bisogna lottare contro la criminalità, anche con interventi per un nuovo civismo. Qui rilancio un appello forte al ministro Giannini perché reintroduca immediatamente l’insegnamento all’educazione civica nella scuola media inferiore e introduca l’insegnamento del diritto comunitario nella scuola media superiore”.

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