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Svimez, Sud ancora malato ma abbiamo arrestato la discesa

 

“In questo ultimo anno, come attestano numerosi centri di ricerca, da ultimo Confindustria, il Sud ha arrestato la sua discesa che durava da anni. E’ come un paziente al pronto soccorso a cui in questo ultimo anno sono state praticate terapie per salvargli la vita, ma i dati della Svimez dicono che è ancora grave. Il Governo è impegnato a far sì che esca da questa condizione”.

 

E’ il commento della responsabile Mezzogiorno del Pd, Stefania Covello, alle anticipazioni sul rapporto Svimez sul Mezzogiorno, in cui il Sud Italia è fotografato come “a forte rischio di desertificazione industriale, con la conseguenza che l’assenza di risorse umane, imprenditoriali e finanziarie potrebbe impedire all’area meridionale di agganciare la possibile ripresa e trasformare la crisi ciclica in un sottosviluppo permanente”.

 

Nellasua analisi, Covello prova a mettere in fila i risultati raggiunti negli ultimi mesi, a partire dalle crisi affrontate, grazie alle quali, spiega la deputata “sono state poste le premesse per una ripresa di attività economiche come Irisbus e Termini Imerese”, “data una prospettiva di futuro a molte attività manifatturiere come Whirlpool, Ansaldo e Teleperformance di Taranto” o “trovate soluzioni per situazioni emergenziali come la vicenda Lsu/Lpu della Calabria”.

Nell’elenco di Covello ancora “la ripresa dell’occupazione in fabbriche importanti come i 1400 assunti alla Fiat di Melfi” e “le assunzioni che riguarderanno gli stabilimenti di Termoli e Cassino”.

La responsabile Mezzogiorno del Pd ricorda poi come “si siano affrontati nodi spinosi come Ilva. Puntato sui beni culturali con Matera capitale europea 2019 e 500 milioni per il primo Programma Operativo Nazionale (Pon), cofinanziato dai fondi strutturali europei, dedicato alla cultura del sud. Si è intervenuti per affrontare emergenze infrastrutturali gravi come in Calabria e in Sicilia. Tutti segnali di una volontà di invertire questo trend negativo”.

 

“Siamo sicuri che questo lavoro si tradurrà in miglioramenti delle condizioni del Sud. E’ tempo di un nuovo patto per il Sud che coinvolga tutti i soggetti istituzionali e sociali. E ogni contributo è bene accetto se privo di strumentalità e di retropensieri congressuali perché la situazione è davvero molto delicata e sul Pd grava la responsabilità di migliorare quei parametri”, conclude la parlamentare.

 

Gianni Cuperlo e Roberto Speranza, secondo i quali “le promesse del governo sono ancora disattese”, sempre a proposito del rapporto Svimez pongono tre domande a Matteo Renzi, Pier Carlo Padoan e Graziano Del Rio.

La prima: “Se non ritengano che l’azione del governo sia stata obiettivamente contrastante con gli indirizzi programmatici, ripetutamente espressi dallo stesso presidente del Consiglio, volti a accelerare il più possibile la spesa dei fondi, migliorandone al contempo la qualità, e quindi l’impatto positivo sulla grave situazione economica e sociale del Mezzogiorno, sulla quale concordano i principali istituti di ricerca”.

La seconda: “Se non ritengano pertanto necessario rivedere la scelta di non avvalersi di un Ministro per la Coesione Territoriale pienamente impegnato nel compito di coordinare più efficacemente l’impiego delle risorse europee e nazionali, rafforzando il suo ruolo con la possibilità di usufruire della piena operatività dell’Agenzia per la Coesione Territoriale ed, eventualmente, con l’introduzione di modifiche nei meccanismi istituzionali di governo delle politiche di coesione che rendano possibile un miglior coordinamento e una più efficace strategia nazionale”.

La terza: “Se non ritengano altresì necessaria una maggiore attenzione complessiva al problema dello sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno, attualmente marginale nell’azione del Governo, come componente centrale e ineludibile della strategia per la ripresa complessiva del Paese e, a tal fine, quali iniziative intendano intraprendere in questa direzione”.

 

Per Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme, “lo sforzo di rilancio e l’impulso riformatore del Governo Renzi possono trovare il loro pieno compimento solo restituendo al Sud il ruolo centrale che merita nell’elaborazione delle politiche nazionali ed europee. Insieme ad una classe dirigente meridionale, politica e non, che deve dare dimostrazione di autonomia, di responsabilità e di maturità mettendosi in sintonia con i segnali di ripresa e di ritorno di fiducia che sono ormai evidenti in molte aree del Paese”.

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