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Renzi: voglio un PD unito e lavoro per questo

“Io voglio il PD unito, sempre. E lavoro per questo”. Così, intervistato da La Repubblica, il premier Matteo Renzi, secondo il quale nel partito “c’è ancora qualcuno che forse non ha ancora elaborato a pieno il lutto del congresso. Siamo quasi a metà della mia segreteria: tra breve chiunque potrà metterla in discussione e vincere il congresso”.

“E’ giusto – aggiunge il segretario PD – che ci sia spazio per le idee altrui, in particolar modo sui temi costituzionali. Dovremo invece trovare regole condivise sul voto di fiducia, ma sarà un tema che ci porremo in futuro, non adesso”. Renzi sottolinea di non aver mai temuto di essere tradito dalla minoranza del partito: “non condivido alcune loro idee ma non dubito della loro lealtà. Siamo quasi a metà della mia segreteria: tra breve chiunque potrà metterla in discussione e vincere il congresso. Questo è il bello del confronto”.

Renzi garantisce anche di apprezzare il cosiddetto “metodo Mattarella” che ha portato all’elezione del Capo dello Stato: “E perché mai dovrei contestare il metodo Mattarella? Considero il risultato dell’operazione Quirinale, tutt’altro che scontato in partenza, una delle vittorie più nette ottenute nella veste di segretario insieme al 41% delle Europee e al raggiungimento che sembrava impossibile di un`ottima legge elettorale”.

Su possibili misure sui consumi dice: “Oggi mi permetto di dire che la vera questione è creare un clima di fiducia nel Paese. Solo questo può portare i risparmiatori italiani, che sono molto oculati e prudenti e non a caso sono i risparmiatori più forti del mondo, a mettere di nuovo in circolo i soldi. Non posso ancora indicarle i dettagli, dico solo che abbiamo una sensibilità particolare verso i bambini che soffrono l’indigenza. Che sono tanti e non solo al Sud”.

Tasse. “Via l’Ires nel 2017 e nel 2016 qualche altra sorpresa ci sarà e sarà positiva. Togliere la tassa sulla prima casa per tutti e per sempre è un fatto di giustizia sociale in un Paese in cui il 75% dei possessori di prima casa è un lavoratore dipendente. Ovviamente chi ha di più, e dunque dalla seconda casa in poi, continuerà a pagare la seconda, la terza, la quarta, eccetera. Le tasse scendono. Davvero”.

Mentre sulla Sanità precisa: “Nel 2013 c’erano 106 miliardi. L’anno dopo sono diventati 109, poi 110, il prossimo anno 111. Sulla Sanità l’aumento di fondi eè costante. Stiamo aumentando i fondi, non li stiamo tagliando”. E sull’approvazione delle unioni civili, “dipende da quando finiremo queste riforme. Ma non molliamo. E’un impegno di civiltà”.

Rai. “Altolà. Per me parlano i fatti. Non ho mai messo il naso, mai, nelle vicende interne della Rai, dalle nomine alla programmazione. Perchè noi siamo persone serie e vogliamo bene al servizio pubblico. Non è un bottino di guerra; ma una gigantesca occasione culturale. Ho detto e lo ripeto che i talk show rischiano di diventare un pollaio senz’anima. E’ una critica che faccio innanzitutto alla politica”.

In merito al percorso delle riforme. “Nel momento in cui abbiamo deciso di velocizzare l’iter parlamentare, abbiamo chiuso un accordo interno. Da due mesi dico che i numeri ci sarebbero stati. Abbiamo assistito a un prolungato confronto, ma quando siamo entrati nel merito della discussione non ci sono stati problemi: per noi era importante mantenere il principio che non si toccava la doppia conforme ricominciando daccapo. Obiettivo raggiunto”.
Verdini ormai è diventato il paravento per qualsiasi paura. Tutti lo evocano anche vedendolo dove non c’è: ormai è raffigurato come una sorta di mostro di Lochness nostrano e credo che questa definizione lo faccia contento e sorridente come non mai. Verdini e i suoi non fanno parte della maggioranza di governo. Votano le riforme non la fiducia”.

Sulla possibilità di un’intesa per cambiare l’Italicum, Renzi chiosa: “Qualcuno ha avanzato questa idea. Mi sembra assurdo e fuori tempo aprire un dibattito quattro mesi dopo l’approvazione e due anni e mezzo prima delle elezioni. A me, peraltro, la legge piace così com’è”.

Siria. “Non sarà semplicemente aiutando Assad che bloccheremo l’Isis. Né considerandolo l’unico problema come fanno in modo altrettanto banale altri. Il punto non è chi ha ragione o quanto prudenza dobbiamo tenere. Occorre un progetto pluriennale e una coalizione che non si limiti ad annunciare qualche raid aereo”, aggiunge il presidente del Consiglio. “Nessuno tra i leader occidentali può ragionevolmente pensare che si possa appaltare Damasco alla Russia o, a maggior ragione, al tandem russo-iraniano. Ma dobbiamo anche avere il coraggio di dirci che il problema va ben oltre la Siria. Non a caso abbiamo aderito all’invito di Obama di continuare a tenere le nostre truppe in Afghanistan. Non a caso seguiamo da vicino la situazione libanese. Non a caso seguiamo la dinamica del Mediterraneo e più in generale dell’Africa che costituisce sempre più il punto di riferimento della nostra politica estera”, conclude Renzi.

In fine un commento secco su quanto accaduto ieri nell’Aula di Palazzo Madama durante il voto sul ddl Boschi. “Ogni gesto volgare, in modo particolare verso le donne, va censurato senza se e senza ma”.

 

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