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Fedi: stimolante e positivo incontro a Auckland con Comites e comunità italiana

“Nei cambiamenti climatici. All’aeroporto ci accoglie un cielo incerto che promette tutto e consegna il meglio di una giornata di pieno inverno: nuvole grevi, raggi di sole dirompenti, poi pioggia e vento e un temporale serale dal quale non è uscito indenne neanche chi si era dotato di ombrellone.

Nella sua umanità. La sera a cena conosciamo una diversità e ricchezza culturale inaspettate. In quattro, Marco, Sandro, Wilma e Gabriella, in un ristorante di Parnell, il Woodpecker Hill, in cui il piacere per la cena a base di piatti di un’innovativa cucina “fusion” si arricchisce dell’attenzione dei camerieri per quel piccolo testimone d’Italia che davanti a loro parlava e rideva. In una lingua nota a chi, come ci hanno poi raccontato, ama trascorrere vacanze e momenti di gioia nella penisola: l’Italia piace a tutti, attrae, trasporta anima e cuore e, grazie a Dio, anche portafogli.
Fedi Nuova Zelanda
Nella sua splendida comunità italiana. La domenica mattina Sandro Aduso, Presidente del Comites, letteralmente pianta la bandiera italiana davanti all’ingresso della Ferndale House di Mount Albert. La scena fa pensare all’arrivo sulla vetta di un picco conquistato o all’affermazione che in quel territorio abbiamo il diritto di esserci, oppure, più semplicemente, al messaggio che ci siamo, siamo italiani e “we are open for business”. Sì, perché la bandiera è il richiamo agli altri componenti del Comites – i “comitesini”, come li chiamano scherzosamente -, è il segnale che la chiave elettronica fornita dal Comune ha aperto l’ingresso della splendida abitazione coloniale all’orario previsto, e quindi “ci siamo”, siamo pronti per la comunità italiana.

Nel suo Comites, ricco di vitalità ed energia. Inizia, così, un lavoro intenso, di riflessione, analisi e proposta mentre fuori si alternano pioggia, grandine, vento e sole. I temi del giorno sono molti. Si parte con la scuola e la richiesta molto interessante è di verificare la situazione e le dinamiche delle scuole locali pubbliche, per sostenere soluzioni positive e anche per verificare quali spazi esistano per la nostra comunità. Capire e poi progettare gli interventi. Con un obiettivo ambizioso ma non irraggiungibile: l’inserimento dell’italiano nell’ordinamento scolastico locale. Si decide che sarà un sottocomitato a gestire il progetto.

Penso alle nostre strane dispute, spesso anche con chi dovrebbe stare dalla nostra parte, per avere risorse da destinare a questi obiettivi. Penso che se non si interromperà una volta per tutte la sequenza dei tagli non riusciremo a dare segnali positivi a chi ce li chiede, fosse anche solo per sostegno morale. Mi batterò con loro, per dare risposte positive e segnalerò l’importanza di questo primo fondamentale passo.

Affrontiamo, poi, il tema dell’accordo di sicurezza sociale. Ricordo lo strano episodio: l’accordo è approvato dal Consiglio dei Ministri con altre ratifiche e poi sparisce nel nulla.

Certo, si tratta di piccole comunità, sia i neozelandesi in Italia che gli italiani in Nuova Zelanda. Sottolineo che l’impatto economico è minimo e che le modifiche intervenute nel frattempo – parliamo di un accordo firmato 18 anni orsono – possono essere inserite in uno scambio di note. Una petizione popolare ha raccolto oltre 700 firme proprio per chiedere che vi sia un’accelerazione. L’Italia potrebbe dare un segnale positivo anche in questo campo, se lo volesse. Penso che anche i camerieri del Woodpecker Hill sarebbero felici se apprendessero che il Paese dove trascorrono le vacanze e che amano più d’ogni altro, rispetta gli impegni assunti.

Parliamo, ancora, di assistenza sanitaria, AIRE e servizi consolari. Dei nuovi flussi migratori, della nuova mobilità professionale e del visto vacanza lavoro. Temi in comune con altre nostre comunità presenti in diverse parti del mondo, in particolare in Paesi che attraggono mano d’opera, professionisti e ricercatori. Tocchiamo anche il tema delle opportunità di scambio economico-commerciale e della necessità di unire le forze, di lavorare insieme, utilizzando le potenzialità della comunità italiana. Il Festival culturale italiano del 25 settembre rappresenterà un’occasione di collegamento tra questi settori della comunità italiana.

Ricordo il momento che attraversiamo. Le preoccupazioni legate al terrorismo, tema che sembra lontano in questo momento dalla tranquilla vita in questa parte del mondo ma che riguarda, invece, tutti, sempre di più, non solo per difendersene ma per evitare che condizioni le nostre vite e le nostre scelte.

I flussi di migranti, le tante, troppe, morti nel Mediterraneo e nel mondo. La necessità che il tema a livello europeo non sia solo legato alla sicurezza ma affrontato con scelte comuni come questione legata ai diritti umani, all’integrazione e all’accoglienza. La lentezza della ripresa economica, resa oggi più complessa dalla Brexit, rende più difficile mantenere l’idea di un’UE che sia di apertura ma anche di libera adesione e di diversi livelli di partecipazione.

Parlo dell’impegno del Governo Renzi per avere un’Unione europea impegnata sul fronte dell’immigrazione, con scelte comuni e condivise, tenendo insieme lotta al terrorismo e continuità dell’impegno umanitario. Non rinunciamo alla nostra identità, alla nostra umanità, al nostro modo di concepire le relazioni tra i popoli e le persone. Ricordo le tante riforme fatte e il lungo cammino ancora da percorrere.

Infine, l’impegno per una riforma costituzionale, che con convinzione ho votato tre volte, che il Parlamento ha approvato a larghissima maggioranza e che il popolo italiano sosterrà con il Sì per avere un’Italia in cui la politica sia più efficiente, meno costosa, in grado di dare risposte più sicure e veloci ai bisogni dei cittadini.

Questa Italia, anche con la comunità italo-neozelandese, nel quadro di più estesi rapporti con l’Asia-Pacifico e Wellington, costituirà sempre più un punto di riferimento politico e culturale, oltre che una gradevole meta turistica. Questi contatti, così freschi e stimolanti, e la pausa estiva, ci aiutino a riflettere sugli impegni che abbiamo davanti a noi, a partire dalla prossima legge di Stabilità”. Marco Fedi, deputato Pd Estero.

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