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Rosato: giusto parlare con Ala, ma non sarà in maggioranza

«Non sono in maggioranza ma sono in Parlamento e hanno oltre venti senatori.
E poiché l’obiettivo del Pd è allargare la base del consenso su ogni singolo provvedimento, soprattutto sulle riforme,ed è compito di una maggioranza cercare sempre più voti, questo partito e questa maggioranza parlano anche conil gruppo Ala così come fa con tutti glialtri». Ettore Rosato vorrebbe chiuderla qua questa storia dell’incontro tra una delegazione parlamentare del Pd e unadei cosiddetti verdiniani. Un’ora, ieri mattina, nel suo ufficio di capogruppo a Montecitorio. Il capogruppo Zanda eil vicesegretario Guerini da una parte; Denis, Abrignani e poi ciascuno per la sua strada del week end del Primomaggio. Ma questo incontro va invece spiegato ed analizzato. Perché i malumori nella minoranza dem sono tanti.I 5 Stelle zuppano il biscotto leccandosi anche i baffi. Ed è, al di là dell’opportunità dei numeri, geneticamente diversodagli altri.

Senta, ma non era possibile evitarequesto incontro?
«Certo, ma perchèaverne paura?»

Ad esempio perchèVerdini ha una condanna in primo grado, tre rinvii a giudizio ed è coinvolto in altri cinque processi.
«Rispettosi del lavoro dei magistrati, che non è il nostro, Verdini è un senatore che nel 2013 è stato in maggioranzacon il governo Letta-Berlusconi e non ricordo tutto questo malumore oggi è all’opposizione ma condivide con il suogruppo parlamentare alcune scelte fatte da questo governo e da questa maggioranza. A cominciare dalle riforme.Il premier Renzi non è interessato a tornare alla fase del 2013. Perchè mai non dovremmo parlarci?»

Chi ha chiesto l’incontro?
«Il gruppo Ala, tempo fa. E polche non temiamo il confronto con nessuno e abbiamo certezza delle nostre posizionipolitiche, lo abbiamo organizzato. Tutto il resto sono polemiche inutili e strumentali».

Chiedono «pari dignità parlamentare». In che senso?
«Non certo di entrare in maggioranza. Nell’incontro Verdini e il suo gruppo hanno ribadito che non sono in maggioranzae hanno esplicitamente detto che non è un loro obiettivo. Sono e restano un partito di centrodestra. Sono però interessati alle riforme che il Pd e il governo stanno portando avanti, le riforme costituzionali ma anche quelle sulle unioni civili tanto che ci hanno messo a disposizione i loro voti. Non erano necessari ma abbiamo allargato il consenso parlamentare a quei provvedimenti. “Pari dignità”vuol dire che Ala ha rivendicato di tenere le mani libere e di sostenere i provvedimenti che ritiene utili. Di essere una forza di opposizione che valuta di volta in volta il merito di ogni singolo disegno di legge. Quello che dovrebbero fare tutti».

Di cosa avete parlato?
«Abbiamo concordato che sui provvedimenti importanti ci sarà la consultazione anche del gruppo di Ala. Faremocome facciamo quotidianamente con gli altri gruppi, cercando di costruire consenso sulle cose che si fanno.Abbiamo parlato anche del referendum di ottobre. Ala appoggerà i Comitati del si. Del resto, nessuno si scandalizzaquando Brunetta (Fi) e Scotto (Sel), Grillo e Salvini si trovano per organizzare i comitati del no. Del resto, se nonricordo male, nei vari tentativi di fare le riforme, ai tavoli sedevano anche allora Verdini e chi guidava il Pd. Gli accordi si fanno con chi sta in Parlamento. E troppe volte ci dimentichiamo cosa uscì dalle urne nel 2013: tre coalizioni quasi a pari merito».

Significa che farete insieme i Comitati del si?
«Vedremo. Quello che faremo tutti e due è votare sì al referendum».

La giustizia, il voto sulla prescrizione, sarà uno dei primi banchi di prova. Farete consultazioni con Ala anche su questo?
«Il Pd ha una posizione sola: per la corruzione, i tempi della prescrizione devono essere più lunghi perchè, vista la specificità del reato che ha nel patto correttivo a due e nell’omertà che ne deriva la sua specificità, i magistrati devono avere più tempo per esercitare l’azione penale. Su questo non cerchiamo alcuna mediazione».

E i voti necessari al Senato?
«Tutti dicono di voler combattere la corruzione. Quale modo migliore di dimostrarlo?»

La scelta di Berlusconi di far convogliare i voti di Forza Italia su Alfio Marchini danneggia Giachetti e il Pd?
«È un problema di Forza Italia, il centrodestra in Italia è spappolato. È anche un problema di Marchini che non potràpiù dire di essere il candidato civico. Noi andiamo avanti con la nostra campagna elettorale».

C’è chi parla di una nuova edizione del patto del Nazareno, nel senso che tutto questo sarebbe alla fine unfavore al Pd…
«Mah, il vero favore era se restava tutto com’era, quattro candidati a destra invece di due. Ma noi non chiediamofavori. E non li riceviamo. Vedremo chi rappresenta meglio l’elettorato romano».

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