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Legge elettorale, Franceschini: “Premio di coalizione e primarie”

“C’è un percorso che può scongiurarla” la scissione del Pd. “Dopo la vittoria del No al referendum costituzionale, il sistema politico è entrato in una fase nuova: rispetto agli anni in cui il bipolarismo tendeva al bipartitismo, ora – con un sistema proporzionale – bisogna perimetrare il campo riformista per non disperderlo. Lo si può fare con l’azione politica e anche modificando in pochi punti la legge elettorale emersa dalla sentenza della Consulta. A mio avviso il premio di maggioranza andrebbe assegnato alla coalizione, alla Camera e al Senato, rispettando i dettami costituzionali: così si avrebbe negli schieramenti una corretta articolazione delle posizioni”. Lo dice il ministro della Cultura, Dario Franceschini , in una intervista al Corriere della Sera.

“L’accordo in Parlamento – spiega – deve essere il più largo possibile e deve contemplare ovviamente la collaborazione delle forze di opposizione. Nel centrodestra è interesse di tutto il Paese che ci sia un’area moderata non vincolata alle posizioni estreme di Salvini. Nel campo riformista c’è un’area di centro che ha collaborato con i governi di Letta e Renzi, e ora collabora con quello di Gentiloni: sarebbe strano se dopo cinque anni ci candidassimo su fronti contrapposti. C’è infine uno spazio a sinistra del Pd che può essere parte del processo: penso all’operazione di Pisapia. Per tenere insieme questa aggregazione, servirebbero le primarie di coalizione. Peraltro non bisognerebbe inventarsi nulla: è lo stesso percorso che portò alla sfida per la premiership tra Bersani e Renzi. Il 13 febbraio la direzione del Pd non avrebbe che da applicare quelle regole”.

Di Renzi, Franceschini registra “l’apertura alle primarie, che sono logicamente collegate al premio di coalizione. La competizione diverrebbe uno strumento unificante, con candidati del centro, del Pd e della sinistra. E siccome sappiamo già che il prossimo sarà un governo di coalizione, le modifiche al sistema di voto assegnerebbero la scelta dei parlamentari agli elettori”.

Quanto alla data delle elezioni Franceschini osserva: “In corso d’opera bisognerà verificare le condizioni politiche. È chiaro che se ci fosse un accordo sulla legge elettorale non ci sarebbe il rischio di perdite di tempo in Parlamento. A quel punto l’approvazione della riforma potrebbe anche essere l’ultimo atto della legislatura. Ma questa scelta sarà nelle mani del capo dello Stato, che – sentiti i partiti – saprà scegliere il momento migliore per il Paese”.

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