“Bisogna allargare il campo, anche dando vita a comitati della sinistra per il sì al referendum”. Lo dice Maurizio Martina, il ministro delle Politiche agricole che politicamente fa parte della minoranza dialogante del Pd, in un’intervista al Corriere della sera.
Martina pensa alla sinistra “nel Pd ma non solo. Anche oltre. Serve un lavoro plurale di esperienze e personalità che contribuiscano a entrare nel merito della riforma. Se stiamo al merito penso che il consenso possa allargarsi. Già diverse personalità si sono espresse in senso favorevole, penso a Luigi Berlinguer, Giuseppe Vacca, Salvatore Veca. Si deve passare a una nuova fase della campagna referendaria e uscire dall’eccessiva personalizzazione. Questo è un cambiamento di sistema necessario”.
Sull’Italicum il ministro dice “per me la legge non è un tabù ma è un grande passo avanti. C’è chi lo paragona al Porcellum, ma non scherziamo: c’è un abisso. Anche piccole correzioni temo rischino di vanificare il lavoro fatto. Sai dove cominci ma non dove finisci” certo “se si realizzassero le condizioni per una convergenza netta ci si potrebbe ragionare. Ma vedendo il dibattito recente non credo proprio che ci siano queste condizioni”.
Alla Direzione la minoranza chiederà un cambio di passo. “Credo che debba uscire un messaggio unitario di rilancio innanzitutto sul fronte sociale. Il Pd deve produrre una svolta su temi decisivi: pensioni, lavoro e povertà”, conclude Martina.