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Rosato: sbagliato legare i destini di Referendum e Italicum

I retroscena raccontano di una maggioranza Pd più disponibile al confronto per una modifica dell’Italicum. Eppure dal vicesegretario Lorenzo Guerini al capogruppo alla Camera Ettore Rosato, i toni sono pacati ma poco inclini a grandi aperture.

Rosato, ha sentito cosa ha detto Pier Luigi Bersani? Chiede una nuova legge elettorale prima del referendum perché, dice, altrimenti sarebbe un salto nel vuoto.
«Sì, ho sentito, ma continuo a dire che questo legame tra referendum e legge elettorale è comprensibile ma non lo condivido. La nostra Costituzione ha convissuto con una buona legge elettorale come il Mattarellum e con una pessima come il Porcellum, eppure nessuno l’ha mai messa in discussione per questo. Non vedo come e perché si debba legare l’Italicum alla riforma costituzionale».

 

Una delle motivazioni di chi chiede di cambiarla è che con l’attuale sistema tripartitico c’è il rischio che un partito con il 25% prenda il 55% dei seggi.
«Vorrei sottolineare che abbiamo una legge, l’Italicum, approvata con grande fatica, dopo anni in cui nemmeno il centrosinistra è riuscito a cambiare il Porcellum. È stato grazie all’impegno di questo governo se siamo riusciti a dotarci di un nuovo sistema elettorale. Poi, se ci sono condizioni e numeri per farne una migliore, ben venga il lavoro del Parlamento».

 

Se non prima, il tema si imporrà dopo il referendum. Lo stesso Giorgio Napolitano ha invitato a riflettere al riguardo. Come andrà a finire?
«Sono convinto che si mette mano a una legge elettorale soltanto se anche l’opposizione è disposta a confrontarsi. Mi sembra, però, che dopo tante richieste fatte nel passato, oggi ci siano posizioni molto diverse».

 

II M5S vi accusa di volerla cambiare perché l’Italicum potrebbe determinare la loro vittoria. C’è un fondo di verità?
«Il M5s saltava sui banchi dicendo che non dovevamo approvarla, adesso salta sui banchi sostenendo che non dobbiamo cambiarla. Per loro l’importante è saltare sui banchi».

 

In realtà non sono i soli
«Infatti c’è Forza Italia che non vuole aprire il discorso prima del referendum, c’è Sinistra italiana che chiede il ritorno al proporzionale con una evidente predisposizione alla marginalità politica… Per aprire un confronto sulla legge elettorale c’è bisogno di allargare il campo del consensi, altrimenti si parla del nulla».

 

Ci vorrebbe un nuovo patto del Nazareno?
«Oggi ci vorrebbe il massimo impegno di tutti sulla riforma costituzionale».

 

Rosato, però la legge elettorale continua a essere un tema all’attenzione delle forze politiche. Il Pd che fa?
«È un tema importante, non lo sottovaluto, soprattutto per il confronto interno al Pd, ma non è un tema centrale per gli italiani che si preoccupano di lavoro, crescita e lotta alla povertà, piuttosto che di Meccanismi elettorali. Ogni cosa deve avere uno suo spazio e un suo tempo».

 

Vi aspettavate una presa di posizione di Napolitano su questo tema?
«Giorgio Napolitano ha fatto una riflessione utile al dibattito del Paese, ma vale la pena ricordare che le sue considerazioni erano ampie e non riguardavano soltanto la legge elettorale».

 

Sta chiudendo alla minoranza?
«Nessuna chiusura. Il confronto che hanno aperto fa bene a un partito plurale come il nostro, l’unico aggiungerei. Ricordo però che questo governo ha fatto sulle riforme, tutto ciò che il centrosinistra in passato non è mai riuscito a fare».

 

Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha invitato a non trasformare questo referendum in una sorta di giudizio universale. Riferimenti al Pd e a Renzi, come qualcuno ha sottolineato?
«Era sicuramente rivolto a qualcun altro, certo non a Renzi. Poi, è vero, il referendum segnerà profondamente il futuro delle nostre istituzioni e questo è un fatto positivo».

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