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Cirinnà: non c’è nulla da cambiare, la legge sulle unioni civili rispetta la Carta

“Non c’è alcuna equiparazione con il matrimonio e non c’è niente da cambiare nel testo”. Monica Cirinnà, prima firmataria del ddl sulle unioni civili, ripete in un’intervista a Repubblica che il testo sulle unioni civili è equilibrato, non ha aspetti incostituzionali e quindi non verrà modificato. “Sicuramente nella maggioranza di governo, i centristi dell’Ncd chiedono maggiori differenze tra unioni civili e matrimonio – spiega – Questo però non è un punto che sia stato sollevato nel gruppo dem al Senato, dove l’unica divisione resta sull’articolo 5, cioè sulla stepchid adoption che preferirei chiamare in italiano “adozione co-parentale di bambini nella coppia”.

 

Per quanto riguarda proprio l’articolo 2 della legge, quello che riguarda il rito del matrimonio, secondo la senatrice non ci sono delle sovrapposizioni: “Persino i riti sono diversi, per l’unione civile sono escluse tutte quelle pratiche di natura simbolica che esistono per il matrimonio. Quindi per le coppie omosessuali non ci sono le pubblicazioni, si va in municipio con i testimoni. Per il rito matrimoniale il sindaco deve leggere gli articoli del codice civile sul matrimonio. Mentre nell’unione civile il sindaco si riferirà esclusivamente alle norme contenute nella legge. Sull’uso del cognome: nell’unione civile è una opzione”.
Sulla sentenza della Consulta del 2010, che escludeva i matrimoni gay, Cirinnà spiega: “Quella sentenza, la 138 del 2010, è stata il faro del testo. Perchè invita a ‘dare un riconoscimento giuridico alle coppie composte da persone dello stesso sesso'” e aggiunge “Ne deriva che nell’ambito applicativo dell’articolo 2 della Costituzione spetta al Parlamento nell’esercizio della sua piena discrezionalità individuare le forme di garanzia e di riconoscimento per le unioni suddette”. Secondo Cirinnà infatti “la Consulta mi chiede di sbrigarmi a riconoscere queste coppie e aggancia il riconoscimento all’articolo 2 dellaCarta e non certo al 29. Ho recepito in commissione l’emendamento di Lepri, Fattorini, altri cattolici e anche Ndc, per specificare che si tratta di formazioni sociali specifiche. Altri chiarimenti ci saranno già domani nel Pd”.

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