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Agricoltura cuore del green new deal

Il Partito democratico ha presentato oggi in conferenza stampa le sue proposte su “Agricoltura e sostenibilità”: questo il titolo dell’iniziativa, cui hanno partecipato il vicesegretario Andrea Orlando, Chiara Braga, responsabile Sostenibilità e Ambiente della Segreteria nazionale, Susanna Cenni, vicepresidente Commissione Agricoltura alla Camera e prima firmataria della mozione del PD, Antonella Incerti capogruppo PD in Commissione Agricoltura e Paolo de Castro, europarlamentare PD. È intervenuto inoltre Stefano Liberti, scrittore e giornalista ambientale. Di seguito, le nostre proposte.

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Una minaccia che può e deve trasformarsi in un’opportunità: l’agricoltura subisce le conseguenze più critiche dai cambiamenti climatici, ma può essere il settore essenziale per trovare soluzioni verso uno sviluppo sostenibile. Questo il senso della nostra risoluzione con la quale impegniamo il governo a seguire alcuni indirizzi precisi per raggiungere questo obiettivo.

• Prima di tutto è necessario attivare un Piano straordinario di azioni e di indirizzi delle politiche agricole, alimentarie forestali del ministero delle Politiche agricole in sinergia con Ricerca, competenze scientifiche, Regioni e agricoltori. Lo scopo è armonizzare e rendere più efficaci i piani nazionali ed europei per un’autentica transizione ecologica dell’agricoltura.

Gli agricoltori devono assumere un ruolo centrale in questa strategia. Per sostenerli serve garantire loro un reddito adeguato; sostenerli nell’utilizzo delle pratiche non inquinanti, riconoscere anche economicamente il loro lavoro di servizio alla collettività. Ed è importante aiutare il ripopolamento delle aree interne attraverso l’aiuto alle aziende famigliari; la promozione di chi tutela la biodiversità e lavora al recupero delle acque, costruisce piccoli invasi, provvede al trattenimento al suolo del carbonio; riduce l’uso dei fertilizzanti di sintesi; programma interventi per la cosiddetta economia di precisione (risparmi di acqua – uso di rinnovabili – corretta gestione dei rifiuti)

• Il Made in Italy e la nostra filiera agroalimentare sono una ricchezza inestimabile che va difesa dalle norme protezionistiche degli altri Paesi e la cui qualità va mantenuta e garantita in particolare per le aziende che investono per prodotti a emissioni zero.

• Bisogna tutelare il reddito degli agricoltori colpiti da fitopatie e investire sulla prevenzione. A questo scopo è necessaria la realizzazione di una banca dati a livello europeo che metta in rete conoscenze e ricerche sulle nuove fitopatie, sugli insetti nocivi e sulle specie aliene che si diffondono a causa dei cambiamenti climatici.

• I giovani possono esser protagonisti dell’innovazione e dei cambiamenti in chiave sostenibile. Per questo si deve avviare un Piano per il ricambio generazionale utile anche alla tutela delle comunità rurali. Tutela che può ricevere un decisivo contributo dal rilancio dei distretti del cibo.

• L’approvazione di una legge in grado di mettere a sistema il settore del biologico, infine, può valorizzare gli accordi di filiera e tutte le positive esperienze dei biodistretti.

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