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Il clima sta impazzendo. L’Italia protegga il territorio

E’ un Paese sempre piรน vulnerabile, con una grande necessitร  di programmare interventi significativi che siano in grado da un lato di mitigare gli effetti degli eventi meteo estremi (ormai sempre piรน frequenti) e dall’altro di adattare il territorio agli impatti del clima che cambia.

 

In Italia il 91% dei Comuni รจ esposto a rischio idrogeologico; parliamo di un pericolo che riguarda oltre 9 cittร  e paesi su 10. Pochi giorni fa in Piemonte in meno di 24 ore รจ caduta la stessa quantitร  di acqua che normalmente viene giรน in sei mesi. Una bomba d’acqua che ha portato con sรฉ esondazioni, frane, smottamenti e vittime. Le ennesime.

 

Il primo errore da evitare รจ confondere queste violente precipitazioni con il meteo. Si tratta di “emergenza climatica” non dimaltempo.

 

Una politica lungimirante deve mettere nell’agenda delle prioritร  alcune decisioni irreversibili:

  • riduzione dei gas serra e in particolare un netto e deciso taglio della CO2;
  • messa in sicurezza del territorio; un robusto innesto di competenze e professionalitร  nella Pubblica Amministrazione;
  • un Piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici in sinergia con Regioni, province, comuni;
  • l’approvazione della ormai mitologica legge contro il consumo di suolo.

Nel 2019 in Italia sono stati persi 57 kmq di territorio al ritmo di 2 mq al secondo. Per ognibambino che nasce sono giร  “pronti per l’uso” 135 mq di cemento. In un Paese a natalitร  zero come il nostro non puรฒ ovviamente esserci un legame tra popolazione e nuovo costruito.

La copertura artificiale avanza anche nelle zone piรน a rischio del Paese: la Liguria รจ la regione con il valore piรน alto di suolo impermeabilizzato in aree a pericolositร  idraulica (quasi il 30%). Il cemento ricopre anche i14% delle zone a rischio frana, il 7% di quelle a pericolositร  sismica alta e oltre il 4% di quelle a peri- colositร  molto alta.

 

รˆ finito il tempo delle lamentele ed occorre cambiare schema, dal giocare soltanto in difesa bisogna passare all’attacco. Dobbiamo lavorare sulla prevenzione. Da11998 al 2018 abbiamo speso 5,6 miliardi, pari a 300 milioni all’anno, perla progettazione e la realizzazione di opere di prevenzione del rischio idrogeologico; poco piรน di un quarto dei 20 miliardi spesi per riparare i danni che il dissesto del suolo ha inferto al Paese. Il Governo ha il dovere di cambiare passo supportando le amministrazioni locali anche nella progettazione.

 

Il decreto Semplificazioni non basta: bene la responsabilitร  degli abbattimenti degli abusi che passa ai prefetti ma le norme sulla lotta al dissesto del suolo rischiano di essere armi spuntate in mano a un esercito, quello dei Comuni, senza comandante. Manca un reale coordinamento a sostegno delle iniziative locali, facendole diventare progetti, investendo risorse dove e se servono, e poi ancora pianificazione ed esecuzione.

 

Una nuova logica che sciolga i nodi delle autorizzazioni ma che mantenga ben stretta la presa sui controlli. Era nello spirito di ItaliaSicura, la struttura di missione sciolta dal Conte 1, รจ negli obiettivi di Proteggiltalia il nuovo strumento di cui il Conte 2 ha dotato il Paese. Meno polemiche, bandierine e divisioni: facciamolo e basta!

 

Ed approviamo in questa legislatura la legge sul consumo di suolo, una battaglia per cui ci battiamo entrambi da anni seppur in passato da postazioni diverse (all’epoca la presidente nazionale di Legambiente e il Ministro prima dell’Ambiente e poi della Giustizia) ma con un fronte comune: fermare il consumo di suolo perchรฉ รจ fare prevenzione, perchรฉ orienta l’edilizia verso rigenerazione e riqualificazione. Perchรฉ quella del dissesto รจ davvero un’emergenza nazionale.

Andrea Orlando e Rossella Muroni

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