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Rotta: Bonus idrico, un segnale per cambiare

L’acqua è un bene tanto prezioso quanto finito. In Italia quasi il 50% dell’acqua potabile viene sprecata, buttata via. E il nostro Paese detiene il non invidiabile record europeo di prelievo di acqua potabile: 9,2 miliardi di metri cubi pari a circa 419 litri giornalieri per abitante, come ci informa il rapporto Istat 2020 sullo stato dell’arte del raggiungimento degli Obiettivi di Sostenibilità delle Nazioni Unite, i cosiddetti Global Goals da qui al 2030.

Oggi stiamo tagliando, giorno dopo giorno, il ramo su cui siamo seduti e su cui, soprattutto, dovranno sedersi le future generazioni.

Risparmiare l’acqua vuol dire quindi porsi il problema del limite delle attività umane, che non possono più permettersi di mettere in pericolo la stessa sopravvivenza del Pianeta. Il bonus idrico introdotto nella Legge dei Bilancio, voluto dal PD, ha questa ragione di fondo: dare un segnale concreto per invertire il senso di marcia che ci sta precipitosamente conducendo verso un dirupo.

Non riguarda invece i finanziamenti per rinnovare le condotte idriche, che invece sono previsti nel Recovery Plan. Né la riforma delle aziende idriche dato che la loro governance, ovviamente, non può essere oggetto di Legge di Bilancio. Il bonus idrico è un’ incentivo paragonabile per ratio albonus edilizio no%: sostenere un nuovo approccio ecosostenibile con aiuti diretti ai cittadini, e aiutare indirettamente le imprese che vanno in questa direzione. Non si capisce quindi perché chi applaude il Superbonus 110%, invece critichi il bonus idrico.

Si può certo contestare l’entità della somma destinata, 10 milioni, ed anche la cifra che sarà disponibile per ogni singola famiglia (circa 1000 euro) al fine di sostituire i vecchi rubinetti e i vecchi wc con rubinetterie e sciacquoni intelligenti in grado di ridurre la portata dell’acqua potabile e quindi il suo spreco.

Ma non si può, credo, contestare la ragione di una tale misura. Perché si tratta essenzialmente di un sostegno rivolto alle famiglie a modificare certe abitudini sbagliate e di un incoraggiamento alle tante imprese italiane del settore a continuare nella ricerca e negli investimenti per strumenti sempre meno idrovori.

Ad esempio un riduttore di flusso a un rubinetto fa risparmiare 4mila litri di acqua potabile all’anno e il wc intelligente evita lo spreco di ben ioo litri di acqua al giorno. Senza mai dimenticare che sprecare meno acqua avrà anche un ritorno economico indiretto per le famiglie grazie a bollette meno esose, visto che oggi si calcola che una famiglia tipo di tre componenti spenda oltre 40o euro all’anno per il servizio idrico integrato, circa 175 euro in più di quanto pagava dieci anni fa. Facendo due semplici conti, ad esempio, si potrebbe ipotizzare che con un risparmio idrico medio del 50%, intervenendo ogni anno sul 5% dei sanitari, in soli 5 anni le famiglie italiane risparmierebbero più di i miliardo di euro. Si può fare, basta volerlo e basta passare dalle troppe parole ai fatti, ancorché piccoli. E allora forse anche i più scettici dovranno ricredersi e ammettere che è valsa la pena aver dato avvio con questo piccolo nostro passo a una lotta concreta e quotidiana contro lo spreco di acqua potabile.

Alessia Rotta
Presidente della commissione Ambiente e Infrastrutture della Camera

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