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Zingaretti: “In Toscana ci metto la faccia. E gli elettori 5 Stelle votino per noi”

Segretario Zingaretti, la vittoria del centrosinistra in Toscana sarebbe per la prima volta a serio rischio. Che effetto le fa?

“I toscani sanno bene che con Salvini e Meloni farebbero un salto nel vuoto. Abbiamo già vissuto questa situazione con l’Emilia Romagna, pochi mesi fa. Non esistono più rendite di posizione o voti scontati. La Toscana resta una delle regioni in cui si vive meglio, ma i problemi ci sono e vanno affrontati, non declamati come fa Salvini. Siamo noi a dover dare risposte a un elettorato giustamente esigente”.

Non ci sarà un ballottaggio…

“I due principali candidati sono sopra il 40%, e dunque il 21 la Toscana avrà il nuovo presidente: Giani per la coalizione progressista o la Ceccardi per una coalizione della destra antieuropeista e reazionaria. I loro amici sono Steve Bannon, Bolsonaro, Orbán. Per questo è importantissimo che tutti i toscani democratici si mobilitino e combattano”.

Teme il fuoco amico di una parte della sinistra più radicale?

“Essere di sinistra non può essere solo testimonianza di idee: non andare a votare oppure votare per candidati come Fattori, che non hanno alcuna speranza di essere eletti, significa solo fare un favore alla destra”.

La crisi della sinistra in Toscana è iniziata da tempo. Eppure non si è visto un cambio di strategia negli ultimi anni, per arginare l’emorragia di consensi. Non teme che stiate sbagliando qualcosa?

“Nelle ultime amministrative abbiamo conservato Firenze, Prato e riconquistato Livorno. Certo, ogni sconfitta, e ce ne sono state, ci deve spingere a confrontarci ancora di più con la concretezza dei bisogni delle persone”.

E quali sono? Perché, insomma, i toscani dovrebbero votare voi e non il centrodestra?

“Perché difenderanno un modello di buon governo. Innanzitutto, una sanità pubblica di eccellenza, a vantaggio di un pericoloso modello privatistico. Quando governano loro, la sanità pubblica viene sistematicamente distrutta. E gli effetti drammatici li abbiamo visti proprio in questi mesi di emergenza Covid in Lombardia”.

Ma anche il modello-Toscana sembra appannato rispetto alle eccellenze di un tempo.

“Naturalmente si può e si deve migliorare, a cominciare dal nodo delle liste d’attesa. Giani ha annunciato gli stati generali della sanità come primo dei suoi impegni di governo”.

Resta la questione Mes, anche a livello nazionale. Arriveranno queste risorse?

“Ci batteremo per averle, e saranno un aiuto a superare criticità e a migliorare ancora uno dei più avanzati modelli sanitari del Paese”.

Il Covid ha colpito duramente l’economia toscana. Come la farete ripartire?

“L’impatto anche qui è stato devastante. Penso al dramma dei commercianti, delle piccole imprese, delle partite Iva. Penso al crollo verticale del turismo e di tutto il suo indotto. Penso al dramma di tante ragazze e ragazzi che si affacciano al mondo del lavoro. La nostra missione più grande è far ripartire il lavoro e lo sviluppo. Le leve, in sintonia con l’azione del governo, saranno soprattutto le nuove infrastrutture, l’economia green e il sostegno a settori strategici, come il turismo, l’agroalimentare e il made in Italy”.

Salvini e Meloni stanno marcando moltissimo la campagna elettorale sui territori. Lei ha scelto un profilo decisamente più discreto. Qualcuno potrebbe accusarla di non volerci mettere la faccia…

“Al contrario, ci metto la faccia e tutta la mia passione politica. Sono stato a Orbetello, Grosseto, Follonica, Pisa, Cascina. Ho in agenda Viareggio, Livorno, Pistoia. Sono in campo per combattere al fianco dei nostri militanti e candidati, con tutta la consapevolezza della sfida che abbiamo di fronte. Siamo in campo per capire e risolvere i problemi, non solo per raccontarli come fa Salvini. Aggiungo: proprio girando le strade e le piazze della Toscana, ho visto e sentito fortissima la spinta di una comunità combattiva e orgogliosa. Qui l’egoismo e il populismo pericoloso delle destre non passano”.

In una lettera a Repubblica, due settimane fa, lei ha scritto: è ipocrita chi sostiene che perdendo le regionali e vincendo il No al referendum si potrebbe continuare tutto come prima, senza riflessi sulla tenuta del governo. Ma dopo l’ultima direzione Dem ha invece detto che se anche dovesse prevalere il No il governo non cadrebbe. Non è una contraddizione?

“Il mio è innanzitutto un segno di rispetto. Quando votano milioni di persone non si può non tenere conto dell’opinione e dei bisogni che esse esprimono. Detto questo, ribadisco un concetto per me fondamentale: il Pd continuerà a sostenere il governo finché farà cose utili per il Paese. A partire dall’enorme possibilità di costruire una nuova Italia con le risorse che abbiamo ottenuto in Europa. Ecco, io non credo che questo progetto per il futuro dell’Italia sarà messo a rischio dal voto del 20 e 21 settembre”.

La segreteria regionale Dem ha dichiarato che votare M5S in Toscana significa far vincere la Lega. Non sembrano le migliori premesse per aprire un dialogo più costruttivo coi grillini.

“È paradossale che chi sta affrontando insieme una sfida di Governo e una prova gigantesca come l’emergenza Covid poi non trovi sintonia sui territori. Noi però ci siamo. Solo l’alleanza dove c’è il Pd è alternativa alla destra e ha la possibilità di vincere. La candidatura del M5S in Toscana non ha alcuna chance. Anche tantissimi elettori del Movimento lo hanno capito e, come è successo quando sono stato eletto per la seconda volta nel Lazio, voteranno il nostro candidato presidente”.

Ha detto che col Recovery Fund il centrosinistra ha salvato l’Italia, e che nell’elaborazione dei progetti per accedere ai fondi ci sarà necessità di coinvolgere le opposizioni. Su quali punti è più urgente e necessario trovare un’intesa?

“Abbiamo un’occasione storica: dobbiamo usare risorse mai viste prima per ridisegnare l’Italia, e serve il contributo dell’intero Paese. Le priorità del Pd sono molto chiare. Penso al nodo delle infrastrutture di trasporto e digitali. Serve un grande piano di investimenti per una regione sempre più connessa. Dal Corridoio Tirrenico e dalla Grosseto-Fano al potenziamento delle ferrovie regionali e al completamento delle tramvie a Firenze. Dalla valorizzazione degli aeroporti di Pisa e Firenze, alla Darsena d’Europa. Sostenibilità ambientale e sociale, innovazione e soprattutto formazione e scuola pubblica: non a caso per il Recovery Plan è stato scelto il nome “Next Generation EU”. Le scelte di oggi determineranno il futuro dei nostri figli”.

Crede che l’esito del voto regionale si giocherà anche sul tema dei rapporti con Bruxelles?

“Grazie al Pd, al commissario Gentiloni, ai ministri Amendola e Gualtieri, abbiamo prodotto una svolta in Europa impensabile solo fino a pochi mesi fa. Chi è uscito sconfitto sono i sovranisti, quelli che, come Salvini e Meloni, l’Europa la volevano picconare. Ora dobbiamo cogliere tutte le opportunità di questa svolta, compreso il Mes”.

Nel dialogo coi 5 stelle sente in gioco anche l’identità del partito? E quali sono i valori ai quali il Pd non è disposto a rinunciare?

“Noi portiamo nell’alleanza di governo i nostri valori democratici: quelli di un Paese collocato stabilmente in Europa, garante di uno Stato che sostiene l’economia senza essere invasivo, di un welfare inclusivo e di una sanità pubblica universalistica, del rispetto dei diritti dei lavoratori e dei diritti civili. Siamo antitetici al populismo e al sovranismo, siamo anche gli unici a combatterli sempre e ovunque”.

 

Fonte: La Nazione

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