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È l’atto finale della “bella pagina di politica e di democrazia” scritta dal Partito Democratico in questi mesi. Così Maurizio Migliavacca, responsabile dell’Organizzazione, apre i lavori dell’Assemblea nazionale, in corso presso la Fiera di Roma. “Oggi – annuncia – prendiamo atto delle responsabilità che ci sono state affidate da 3.104.104 elettori alle primarie e 863.000 iscritti ai congressi di circolo”. Persone che con il loro contributo hanno spazzato via “le allusioni alla nostra precarietà, le accuse di essere una promessa mancata e un partito senza futuro”. Migliavacca ha poi comunicato i risultati del voto del 25 ottobre. A Ignazio Marino sono andati 380.904 voti pari al 12,51% e a 131 delegati nazionali. A Dario Franceschini sono andati 1.441.169 voti pari al 34,19% e a 339 delegati nazionali. A Pier Luigi Bersani sono andati 1.623.170 voti pari al 53,3% e a 530 delegati. Non numeri, ma persone che “che con intelligenza e passione hanno dato il loro contributo”. Il grazie di Migliavacca è per loro, per le decine di migliaia di volontari “senza i qali tutto questo non sarebbe stato possibile” e per Romano Prodi “che ha contribuito con il suo voto dall’Estero e con il suo interesse”. “Il segretario – conclude il dirigente – dovrà guidare un partito riformista e popolare , con capacità di governo e che guardi all’Europa. Per questo proclamo eletto Pier luigi bersani segretario nazionale del Partito Democratico”. “