“È bello discutere e approfondire ma poi c’è un principio, a un certo punto si decide. Non sono affezionato al principio di obbedienza, mai stato. Non è una virtù. Ma un partito sta insieme sulla base di lealtà. Si può discutere di tutto, se ci sono argomenti di coscienza, ma no se sono utilizzati come strumenti di corrente o segnali”. Così il segretario del PD Matteo Renzi ha replicato al termine della Assemblea nazionale del partito. “Non credo che ci siamo caricature, non credo sia una caricatura quando vengo definito una Thatcher dè noantri, si dice che il Jobs act è fascista o il PD ha la linea economica della troika. Oltre a contenderci il passato – ha chiarito – dobbiamo contenderci il futuro a una destra che sta cambiando, che gioca la carta della grande famiglia della destra demagogica e populista. “È bello discutere e dialogare ma il principio e’ che a un certo punto si decide. Quando mi dicono che dovevo parlare del sindacato mi chiedo se possiamo dirlo o meno che siamo stati eletti per rappresentare l’assemblea nazionale del PD. E non a quella della Cgil. Io rispetto il fatto che tanti uomini e donne che hanno fatto sciopero dicano che non sono d’accordo con noi. Ma è finito il tempo in cui le manifestazioni di piazza avevano potere di veto”, aggiunge Renzi: “Non sono i sindacati i soggetti che guidano il Paese”. Conclude Renzi: “Non cederò di un centimetro per rendere questo Paese più forte e più bello”. ***** “È arrivato il momento di dire che chi ha rubato deve restituire tutto il malloppo. E che soluzioni all’acqua di rose non sono pensabili. Deve essere chiaro che chi è disonesto, non può camminare con noi. Non tutti gli onesti votano il PD, ma tutti quelli che stanno nel PD devono avere l’onestà come elemento fondamentale. Niente sconti su questo”. Così il segretario Matteo Renzi ha aperto i lavori dell’ Assemblea nazionale del PD, a Roma, ribadendo che “non siamo qui per discutere tra una corrente e l’altra. Siamo qui per cambiare l’Italia. Io credo che la corruzione – ha sottolineato ancora Renzi – non si combatta con le leggi, combatterla è una sfida culturale ed educativa. Credo che la sfida contro la corruzione sia una sfida nel cuore e nel cervello di ciascuno di noi. Ma con l’intervento sulla giustizia e con l’aumento della pena minima per il reato di corruzione, abbiamo fatto bene a togliere ulteriori alibi”. Renzi ha ricordato che “grazie al PD è sparito dallo scenario politico colui che dettava l’agenda un anno fa, Beppe Grillo. Grazie al nostro risultato abbiamo restituito il suo talento alla comicità: andrà in tour, in bocca al lupo. Questo partito vuole bene all’Italia e non si accontenta di vedere i sogni dell’Italia stuprati da anni di mal governo e da politiche assurde”, ha proseguito Renzi, invitando il PD “a pensare al posto dell’Italia del mondo e a non perdersi nelle beghe interne. Renzi non si capacita di “come si possa aver perso venti anni di tempo senza aver realizzato le promesse, che l’Ulivo aveva indicato in campagna elettorale. È arrivato il momento di recuperare noi il tempo che gli altri hanno perso e lo faremo a visto aperto, a testa alta e a schiena dritta”, ha aggiunto,”Io mi sono candidato per cambiare il mondo, non per fare la moviola”. “Eravamo il partito che ha ‘non vinto’ in Italia, siamo il partito con il maggior numero voti in Europa”, ha ricordato il segretario, ribadendo l’importanza di “affermare una certa idea di Italia e dire che la politica ha la supremazia sul tecnicismo e sulla tecnocrazia e su quelle persone che pensano che siano i tecnicismi a governare il mondo. Siamo qui oggi – ha sottolineato ancora – per testimoniare una volta di più che il PD è il partito che crede nei propri ideali e nella necessità che trovino casa, luogo di discussione fisso, in assemblea nazionale. Il segretario dovrebbe presentarsi a fine anno con un bilancio, se fossimo Cda dovremmo farlo. E sarebbero risultati positivi perchè abbiamo vinto 5 regioni su 5. Se ci fosse ancora Emilio Fede – ha detto ironicamente – con le bandierine avremmo un’Italia piena di nostre bandierine ma non stiamo dietro alle bandierine”. Sollo Jobs Act e sugli 80 euro, Renzi ha detto: “Lo so che non tutti sono per il Jobs Act, ma chiedo almeno di leggerlo al posto di avere un approccio ideologico. Vorrei segnalare – ha sottolineato Renzi – che anche se gli 80 euro non avessero portato un solo centesimo nei consumi degli italiani, io credo che aver restituito al ceto medio, distrutto dagli aumenti delle diseguaglianze, mille euro l’anno, è un’operazione profondamente di sinistra che è stata cancellata dal dibattito solo per un motivo ideologico. Nessun accordo sindacale ha mai dato tanto ai lavoratori. Mi vengano a dimostrare il contrario”. In fine Renzi ha chiesto al Partito democratico “di togliersi la giacchetta dell’osservatore dei cantieri e di essere i protagonisti. Non siamo quelli che stanno a mugugnare su chi sta cambiando l’Italia, ma quelli che cambiano l’Italia. Questo non è un partito che va avanti a colpi di maggioranza. Ma sia chiaro che questo partito non starà fermo per i diktat della minoranza. Non staremo fermi nella palude per guardare il nostro ombelico. Stiamo facendo politica nel senso più bello del termine. Stiamo restituendo all’Italia dignità e orgoglio”. Foto di Stefano Minnucci“