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Renzi: “Non c’è un burattinaio del governo”

Renzi, i grillini hanno attaccato il Pd sui vitalizi, sostenendo che i vostri tagli non bastano.

«Io non ho vitalizi e mai li avrò. Ho anche rinunciato alla pensione privata. Da premier guadagnavo la metà di quello che guadagnano Di Battista e Di Maio dopo che hanno restituito una parte dello stipendio, o, almeno, dicono di averlo fatto. Già, perché Moro è un concetto di riduzione per cui dicono di prendere tremila euro e invece ne prendono diecimila. Questo per dire che ho le carte in regola per poter parlare. Ebbene, l’atteggiamento strumentale e quasi violento non sfonda con il sottoscritto. Non accetto che il giorno in cui a Londra ci sono dei morti, ci possa essere qualcuno che inneggia alla violenza e arriva addirittura a usare la violenza nei confronti delle istituzioni».

I grillini vi hanno attaccato anche per aver votato contro la decadenza di Minzolini. Lei come avrebbe votato?

«Io avrei votato per la decadenza. Non perché non ritenga che questa sia una vicenda molto strana, ma perché penso che il Parlamento non sia il quarto grado della magistratura. Dopodiché ho ascoltato con molto interesse alcune valutazioni di senatori che hanno votato contro la decadenza, ciò che ha detto Minzolini nel suo intervento e anche i discorsi di quelli che vogliono cambiare la Severino. Ma finché c’è questa legge quello che valeva per Berlusconi deve valere anche per gli altri».

Bersani dice che bisogna allearsi con i grillini per fermare la destra.

«Non commento Bersani da qualche mese…».

Con qualcuno però vi dovrete alleare, perché raggiungere il 40 per cento e ottenere il premio di maggioranza è praticamente impossibile.

«In passato ci è capitato di fare il 40 per cento, chissà che non ricapiti in futuro».

Sarebbe come vincere al Superenalotto.

«Veramente è più facile prendere il 40 per cento che vincere al Superenalotto. Ciò detto, da dopo il referendum c’è una voglia di “proporzionale saltami addosso”: i partitini si scindono e ognuno pensa solo allo strapuntino. Questo ritorno alla Prima Repubblica, senza peraltro le qualità di alcuni politici di quella fase ha dato il via a una sorta di bomba libera tutti, dove ognuno si fa il proprio partitino. Ma io non voglio discutere di alleanze con sigle e partitini: quello che noi dobbiamo fare è proporre agli italiani idee chiare».

Renzi, come risponde a chi la accusa di aver creato un sistema di potere toscano?

«Questo è uno dei temi più ridicoli che abbia mai sentito. Anche se l’argomento è molto serio. Sono arrivato a Palazzo Chigi un mese prima di una tornata di nomine importanti e non ho scelto nessun fiorentino, ho fatto di tutto per mettere i più bravi. Sto scrivendo un libello dove il passaggio della scelta delle persone e delle nomine segna la vera frattura tra me e un mondo della politica romana, che è la vera causa per cui ho perso la sfida».

Intanto si continua a parlare della vicenda Consip…

«Di solito quando ci sono vicende come questa i politici sperano che la gente se le dimentichi. Io no. Ciò detto, nei miei mille giorni di governo ho visto un atteggiamento della politica troppo spesso subalterno al grillismo e all’ondata giustizialista. Un esempio? La teoria secondo cui chi ha ricevuto un avviso di garanzia, e lo dico io che in 13 anni che faccio politica non ne ho mai ricevuto uno, si deve dimettere. Io non la penso così. Il mio governo andò in Aula e disse: “Noi non chiediamo le dimissioni di chi è indagato perché è un atto di inciviltà giuridica”. Il caso riguardava Bubbico che ora è nel Mdp. Io non accetto l’atteggiamento manettaro. Ricordo ancora le paghiate su Tempa Rossa: è finito tutto in una bolla di sapone ed è venuto alla luce, casualmente, 15 giorni prima del referendum sulle trivelle. Ovviamente è il calendario gregoriano che fa questi scherzi… Insomma, io penso che il dibattito sulla giustizia debba essere meno ideologico. Il presidente dell’Anm Davigo dice che non esistono cittadini innocenti? Ecco, io ho un’idea diversa da lui sulla presunzione d’innocenza».

Parlando di legge elettorale, a quanto pare il Mattarellum è stato seppellito.

«I numeri per il Mattarellum con il Pd, la Lega ed altri ci sono. Vogliono un’altra legge? La facciano. Ma corrano, non aspettino il nostro congresso, il giochino del rinvio non lo mettessero in conto al Pd».

Renzi, la accusano di polemizzare troppo con la Ue.

«Il racconto di un Renzi Giamburrasca e rompiscatole che va a dar noia all’Europa è da respingere. Io difendo l’Italia. Non si fanno dire a Dijsselbloem, l’olandese volante, le cose che ha detto, denunciando nella stessa frase non solo la sua miopia ma anche sessismo e mezzo razzismo e, ancora peggio, una meschinità personale che dovrebbe portarlo a dimettersi».

Lei vuole ridiscutere il patto di Stabilità?

«Come diceva Prodi è un patto di stupidità. È chiaro che lo vorrei ridiscutere e scorporare le spese sulla sicurezza, perché così com’è l’Europa non funziona più. Per troppo tempo abbiamo detto di sì a tutto quello che ci ha chiesto la Ue».

È d’accordo con la scelta del governo di annullare del tutto i voucher?

«E appunto una scelta del governo e come tale si rispetta».

Dicono che lo abbia chiesto

«C’è un racconto su Renzi il burattinaio che non esiste. Io mi sono dimesso da tutto, da premier e da segretario».

Ha più nostalgia di Palazzo Chigi o del Nazareno?

«In questo momento né dell’uno né dell’altro».

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