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Giachetti: “Il passato? Lo rivendico Niente accordi con i 5S”

Roberto Giachetti, deputato dem e candidato alle primarie nazionali del Pd in ticket con Anna Ascani, ieri in Puglia per promuovere la propria mozione, i primi dati dei circoli la lanciano al terzo posto. L’avevano sottovalutata?

 
«Quando ho deciso di candidarmi l’ho fatto perché sapevo che, diversamente, una parte del nostro mondo non sarebbe andata a votare. Serviva una opzione chiara, esplicita in difesa di ciò che abbiamo fatto».
 

Nessun disconoscimento dell’evo renziano?

 
«Da parte mia, rivendico il lavoro che è stato fatto nei cinque anni precedenti, diversamente dagli altri e dalle loro sfumature di grigio. C’è chi dice che dobbiamo cancellare tutto ciò che è stato fatto, chi, invece, che ci dobbiamo vergognare. Io sono di tutt’altro avviso».
 

Capitolo alleanze. Il suo Pd dialogherebbe con il M5S?

 
«Nella mozione abbiamo scritto chiaramente che siamo contrari a qualunque tipo di alleanza con le forze populiste e sovraniste, cioè M5s e Lega. Altri, invece, hanno lavorato in passato affinché si arrivasse ad una intesa»
 
(qui divampa la polemica con il candidato pugliese Francesco Boccia, da sempre incline al dialogo con i pentastellati, che attacca: «Quella di Giachetti è la candidatura di chi dice che gli elettori non hanno capito nulla e chi ha votato Lega o M5S si pentiranno. Gli italiani sono stanchi di questa saccenza e arroganza»)
 

Se non vuole alleanze con i populisti, immagina comunque un Pd perno di una coalizione?

 
«Sono contrario alla politica delle alleanze. L’abbiamo già sperimentato con l’Unione: si mise insieme tutto e il suo contrario per vincere le elezioni e sappiamo come è finita».
 

E quindi? Sempre da soli?

 
«La vocazione maggioritaria ribalta la prospettiva: ci si apre alle diversità e si fa un lavoro di sintesi all’interno. E poi, solo allora, ci si propone per governare il Paese con una proposta chiara, sul modello dei dem americani».
 

Qualcuno immagina un suo ticket con Martina. Fantapolitica?

 
«Al momento sì. Lavoro con ogni energia per raggiungere la fase successiva, quella che vedrà il confronto fra i tre più suffragati. Poi, in caso di esito positivo, mi impegnerò per vincere le primarie. Qualora non dovessi riuscirci, e solo al quel punto, mi porrò il problema».
 

Chiudiamo su Michele Emiliano. Ritiene sia necessario superare il modello promosso dal governatore pugliese?

 
«Direi proprio di sì. Parliamo di chi, per cinque anni, ha lavorato per distruggere leadership e linea politica, contribuendo al risultato del 4 marzo. Se io fossi il decisore in Puglia non solo non lo voterei, ma non lo candiderei nemmeno. Naturalmente, decide il territorio».

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