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Martina: “Il manifesto è un bel segnale, con noi chi lotta contro i nazionalismi”

Onorevole Maurizio Martina, lei si è detto subito d’accordo con l’iniziativa del manifesto filoeuropeista Carlo Calenda.

 
«Io credo che il contributo di Calenda, di tanti sindaci e di tante personalità sia la via giusta. E un contributo che va nella direzione che abbiamo sempre auspicato».
 

Ossia? Che cosa intende?

 
«Bisogna muovere le energie presenti nel Paese e metterle insieme in vista delle elezioni europee contro il rischio di nuovi nazionalismi. L’idea di uno sforzo plurale e unitario come quello che viene proposto dal manifesto è giusta. E penso che il Pd debba fare la propria parte: farà bene a essere della partita, giocando un ruolo da protagonista».
 

Ma non conviene andare uniti alle elezioni europee dove c’è un sistema proporzionale purissimo. Sono in molti a sostenerlo…

 
«Io non credo. Noi dobbiamo dare un segnale all’Italia e per farlo un progetto unitario come quello che viene proposto segna una novità che gli italiani possono accogliere bene. Poi è giusto far vivere questo progetto a partire dalle prossime settimane, anche usando il congresso del Pd, le primarie, per radicarlo il più possibile. E infatti ho proposto che il 3 marzo, giorno delle primarie, nei gazebo del Pd si raccolgano anche le adesioni dei cittadini volontari per la nuova Europa. I partigiani dell’Europa li ho chiamati io. Con il manifesto dobbiamo costruire anche una squadra di migliaia di persone pronte a fare campagna elettorale con noi».
 

Martina lei vuole legare questo progetto anche al percorso congressuale del Partito democratico.

 
«Noi possiamo utilizzare la convenzione nazionale del 2 febbraio con i tre candidati che verranno selezionati dai circoli per iniziare questo lavoro e poi possiamo andare alle primarie con questa operazione. E io ho detto sì anche alla proposta di Romano Prodi di mettere le bandiere europee a fine marzo in una grande giornata per l’Europa».
 

Insomma europeisti contro sovranisti, secondo lei questa è la sfida del 26 maggio.

 
«Bisogna far viaggiare queste idee nel Paese. Dobbiamo rendere consapevole l’Italia della sfida che abbiamo davanti, che è una sfida molto importante. E il Pd può essere uno dei motori principali che si accendono per mandare in porto questa operazione».
 

Ma chi saranno i vostri alleati ?

 
«Io penso che adesso noi dobbiamo far viaggiare le idee di questo manifesto nel Paese e raccogliere tutte le adesioni possibili, tutti i singoli, le associazioni, le liste civiche, i movimenti che condividano i contenuti di questo progetto. E poi, passo passo, andremo avanti. Ora dobbiamo unire tutte le persone che dicono sì alla nuova Europa mentre Lega e M5S vogliono distruggere l’Europa. Non mi metterei a fare un ragionamento politicista collegato solo ai soggetti organizzati a Roma, lavorerei tantissimo nel Paese e per questo propongo di raccogliere le adesioni dei cittadini nei gazebo. Deve essere un movimento di popolo che cresce nella società e nei territori, non un’intesa di vertice».

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