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Fondi, risorse e nuove leggi per la Cultura

Se c’è ancora qualcuno che sostiene che “con la cultura non si mangia”, fategli vedere i dati del nostro Paese. Perché con la cultura si può non solo star bene e vivere meglio, ma anche lavorare. E lo dimostra la politica adottata dal ministro Dario Franceschini durante i governi Renzi e Gentiloni.

Grazie a una visione completamente nuova della gestione e della valorizzazione dei beni culturali, Franceschini è riuscito a dare vigore all’economia culturale del nostro Paese, dove, finalmente, per la prima volta nella storia della Repubblica, è arrivata anche una legge innovativa che riconosce e inquadra le imprese culturali.

 

Art Bonus

Investire in cultura significa investire nella crescita economico-sociale del Paese attraverso un’azione comune di risorse pubbliche e private.
Introdotto nel 2014, l’Art Bonus (credito di imposta al 65% per le donazioni liberali in favore della cultura effettuate da imprese, persone fisiche ed enti non commerciali) ha portato 6.918 mecenati a donare più di 226 milioni e 787milaeuro per 1.399 interventi (dati Mibact del 5 gennaio 2018).

Dati record per i Musei italiani

Per accorgersi di come sia cambiata la situazione, basti fare riferimento ai dati dei musei: dai 38 milioni del 2013 ai 50 milioni del 2017, i visitatori sono aumentati in quattro anni di circa 12 milioni (+31%) e gli incassi, che nel 2017 hanno raggiunto la cifra record di 200 milioni di euro, sono aumentati di circa 70 milioni di euro (+53%).

Numeri eccezionali, insomma, e un trend positivo in controtendenza rispetto al resto d’Europa, che vede premiate in particolare le regioni del Mezzogiorno. Il risveglio di Pompei, che ha fatto da traino, ma anche le altre ottime esperienze delle gestioni autonome: dalla Reggia di Caserta, al Museo archeologico Nazionale di Napoli, da Capodimontea Paestum, sono il simbolo di un successo che ci è riconosciuto in tutto il mondo. Un successo che ha portato ricchezza e risorse destinate alla tutela del nostro patrimonio e che tornano regolarmente nelle casse dei musei attraverso un sistema che premia le migliori gestioni e garantisce le piccole realtà con un fondo di compensazione nazionale.

Cultura, arte e bellezza non generano ricchezza solo in termini economici. Ogni investimento culturale, come Matteo Renzi ripete spesso, consolida l’identità di un popolo. Conoscere l’arte, visitare un museo, andare a teatro, ascoltare un concerto, godere di un patrimonio come quello italiano, unico al mondo, serve a promuovere l’integrazione, il dialogo, la pace. La cultura è lo strumento più straordinario che abbiamo per contrastare disgregazione sociale e conflitti.

La Riforma del Sistema Museale

Con il decreto musei, firmato nel dicembre del 2014, l’organizzazione e il funzionamento dei musei italiani sono radicalmente modificati, con la nascita del Sistema museale italiano fatto di 20 musei autonomi e di una rete di 17 Poli regionali. Nei musei dotati di autonomia speciale la direzione è stata affidata, tramite bando internazionale, a 20 direttori ricercati tra i massimi esperti in materia di gestione museale.

Il museo, considerato fino a oggi un semplice ufficio della Soprintendenza, è stato così dotato di quell’autonomia tecnico scientifica che ha permesso all’intero sistema museale di raggiungere in questi anni i risultati straordinari che i numeri oggi ci testimoniano.

Non è un caso che siano stati proprio i musei rilanciati grazie alle nuove direzioni autonome, vero fiore all’occhiello della Riforma, a registrare la maggiore crescita dei flussi del turismo culturale: Museo Nazionale di Reggio Calabria (+1.727,8%), Gallerie Estensi (+257,6%), Museo Archeologico Nazionale di Taranto (+203%), Museo di Capodimonte (+64,6%), Reggia di Caserta (+55,3%), Parco Archeologico di Paestum (+47,5%), Museo Archeologico Nazionale di Napoli (+46,7), Parco Archeologico di Pompei (+37,1%).

La nuova legge per Cinema e Audiovisivo

Il cinema è un mezzo di espressione artistica, ma è anche un settore di grande rilievo economico.
Dopo oltre 50 anni di attesa, la legge n. 220 del 14 novembre 2016 sulla Disciplina del cinema e dell’audiovisivostabilisce la creazione di un fondo autonomo per il sostegno dell’industria cinematografica e audiovisiva, ponendo fine alla discrezionalità.
La nuova legge promuove il riconoscimento del ruolo strategico dell’industria cinematografica come veicolo eccezionale di formazione culturale e di promozione dell’Italia all’estero.

Più risorse e più sicurezza per il cinema

Grazie a questa legge, saranno a disposizione risorse certe per 400 milioni di euro all’anno (oltre il 60% in più rispetto ai fondi attuali) e sono previsti strumenti automatici di finanziamento con rilevanti incentivi per i giovani autori e per chi investe in nuove sale e per chi preserva dalla chiusura i cinema esistenti.

Viene creato il Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e l’audiovisivo, attraverso incentivi fiscali e contributi automatici che unificano le attuali risorse del Fus Cinema e del Tax Credit (con incentivi fino al 30% per chi investe e fino al 40% per i produttori indipendenti).

Il nuovo Fondo Cinema fino al 18% è riservato ogni anno al sostegno di:

  • start-up
  • festival e delle rassegne di qualità
  • opere prime e seconde
  • giovani autori
  • piccole sale
  • Biennale di Venezia, Istituto Luce Cinecittà e Centro sperimentale di cinematografia.

Il 3% del Fondo è invece dedicato alle azioni di potenziamento delle competenze cinematografiche ed audiovisive degli studenti sulla base di linee di intervento concordate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con il Ministero dell’istruzione e della ricerca scientifica.

Anche l’audiovisivo entra nel fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, con una dotazione a parte di 5 milioni di euro.

Cosa cambia la nuova Legge Cinema

La nuova Legge Cinema abolisce le commissioni ministeriali per l’attribuzione dei finanziamenti in base al cosiddetto ‘interesse culturale’ e introduce un sistema di incentivi automatici per le opere italiane. La consistenza delle risorse è quantificata seguendo parametri oggettivi che tengano conto dei risultati economici, artistici e di diffusione.

E’ previsto un Piano straordinario fino a 120 milioni di euro in cinque anni per riattivare le sale chiuse e aprirne di nuove. Viene anche agevolato il riconoscimento della dichiarazione di interesse culturale per le sale cinematografiche. Grazie a questo intervento sarà possibile favorire la conservazione e la valorizzazione delle sale storiche, attraverso il vincolo di destinazione d’uso.

In sostituzione della Sezione Cinema della Consulta dello Spettacolo, è istituito il Consiglio superiore per il cinema e l’audiovisivo che svolge attività di elaborazione delle politiche di settore, con particolare riferimento alla definizione degli indirizzi e dei criteri generali di investimento a sostegno delle attività cinematografiche e audiovisive.

Procedure più trasparenti ed efficaci in materia di obblighi di investimento e programmazione di opere audiovisive europee e nazionale da parte dei fornitori dei servizi media audiovisivi.

Eliminata la censura di stato. Come già avviene in altri settori e sostanzialmente tutti i paesi occidentali, saranno gli stessi operatori a definire e classificare i propri film; lo Stato interviene e sanziona solo in caso di abusi.

18 app

In quasi 13 mesi, dal 3 novembre 2016 al 30 novembre 2017, grazie a 18App – il bonus di 500 euro per i neo diciottenni confermato anche nella legge di Stabilità 2018 – circa 600 mila ragazzi nati nel 1998 e nel 1999 hanno speso oltre 163 milioni di euro per acquistare libri, musica e biglietti per l’ingresso a concerti, cinema, teatro, eventi culturali e musei.
La lettura si dimostra di gran lunga il prodotto culturale più apprezzato dai neo maggiorenni: oltre l’80% del valore della spesa complessiva nei due anni del bonus cultura ha riguardato i libri seguiti da concerti, musica e cinema.

Una legge e tante risorse per gli spettacoli dal vivo

È la prima legge dal dopoguerra a oggi che regolamenta un settore variegato e complesso come quello di musica, teatro, danza, circo. Atteso da decenni, il nuovo codice presenta molte novità:

  • l’Art Bonus esteso a tutti i soggetti dello spettacolo dal vivo, dalle orchestre ai festival;
  • il tax credit per la musica,
  • l’aumento progressivo del Fus, il Fondo unico per lo Spettacolo, cioè i contributi dello Stato al settore musica;
  • maggiore trasparenza nell’assegnazione dei fondi;
  • graduale superamento della presenza degli animali nei circhi.

La legge autorizza inoltre la spesa di 4 milioni di euro per attività culturali nelle regioni colpite dal sisma in centro Italia.

Nuove assunzioni

Dopo anni di tagli al settore della cultura, il bilancio del Mibact è tornato sopra i due miliardi di euro. Questo ottimo risultato ha aperto la strada a nuove assunzioni attraverso un concorso straordinario per antropologi, archeologi, architetti, archivisti, bibliotecari, esperti di promozione e comunicazione, restauratori e storici dell’arte.

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