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Non sarà la politica a gestire la RAI

“La riforma della Rai è passata ieri alla Camera con 259 sì, 143 voti contrari e 4 astenuti. Il testo, modificato a Montecitorio, torna ora al Senato.
“Molto soddisfatto” si dice in un’intervista a l’Unità il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, che spiega: “Si elimina questa commistione impropria presente da anni, l’intromissione della politica nella gestione quotidiana della Rai”.

Il sottosegretario aggiunge che ora “il Consiglio d’amministrazione ha la responsabilità delle scelte strategiche e della nomina dell’amministratore delegato, il quale ha la piena responsabilità delle scelte ma deve risponderne”.

Giacomelli parla poi del canone e dice: “Credo che si ridurrà l’evasione. E’ già deciso che le entrate saranno usate per diminuirlo e per sostenere il settore, le emittenti locali, l’editoria, un sistema che completa il pluralismo.

“Un altro passo avanti, un altro segnale di cambiamento, anche sulla Rai, che speriamo al più presto diventi definitivo con il prossimo passaggio al Senato” Così la vice presidente della Camera Marina Sereni commenta l’ok di Montecitorio alla riforma della governance Rai.

“Selezione e designazione dei componenti del Consiglio di amministrazione, che da nove passano a sette, dopo la pubblicazione dei nomi sui siti internet di Camera e Senato almeno sessanta giorni prima della nomina – elenca – scelta dell’Ad, proposto dal Governo, ma nominato dal Cda che ha anche il potere di revocarlo; trasparenza nei compensi pari o superiori ai 200.000 euro; affidamento dei contratti nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza e proporzionalità”.

“Stiamo correggendo il sistema attuale, eliminando l’invadenza della politica nelle gestione quotidiana e chiarendo le responsabilità dei vertici. Come in qualunque azienda, saranno i membri del Cda a scegliere l’Amministratore delegato che, come in qualunque azienda, è proposto dal socio di maggioranza. Nel caso della Rai, è il Tesoro ad avere questo compito e la Rai, in quanto servizio pubblico, può e deve giocare pienamente il suo ruolo di azienda per il sistema culturale del Paese. Chi grida alla dittatura e invita all’evasione fiscale – conclude Sereni – è, come sempre, rivoluzionario a parole per poi finire, nei fatti per schierarsi sempre a difesa dello status quo, contro ogni cambiamento e ogni riforma”.

“Il voto della Camera è un altro passo decisivo per approvare finalmente la riforma della governance Rai”, così il senatore Francesco Verducci, vicepresidente commissione Vigilanza Rai. “L’azienda potrà contare sugli strumenti necessari per una maggior efficacia e indipendenza, rilanciando la propria vocazione industriale centrata su innovazione e sperimentazione di contenuti e linguaggi. Mettere la Rai nella condizione di eccellere a livello internazionale è un pezzo importante della ripartenza del Paese. Contiamo quanto prima di chiudere l’iter della riforma con l’ultima lettura in Senato”.

Dossier deputati PD
RIFORMA DELLA RAI E DEL SERVIZIO PUBBLICO RADIOTELEVISIVO

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