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Ok del Senato al ddl sull’editoria, Cociancich: subito il tetto agli stipendi Rai

L’Aula del Senato ha approvato il ddl sull’editoria con 154 sì, 36 no e 46 astenuti. A favore hanno votato PD, Sinistra Italiana, Area popolare, Ala, Per le autonomie-Psi-Maie. Contrari M5s. Astensione da Forza Italia, Lega nord, Cor.

Il provvedimento, dopo le modifiche apportate da palazzo Madama, torna in terza lettura alla Camera.

 

“Siamo molto soddisfatti dell’approvazione in Senato del ddl delega sull’editoria con importanti novità. Ora tempi rapidi per l’approvazione definitiva alla Camera e per i decreti delegati”. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria Luca Lotti e il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle comunicazioni Antonello Giacomelli commentano il via libera del Senato alla riforma dell’editoria.

 

“La norma approvata ieri, con voto unanime salvo un’astensione, sul tetto alla remunerazione del cda Rai e dei vertici dell’azienda, ha una efficacia immediatamente prescrittiva. Ovvero si applicherà, dopo il via libera definitivo, immediatamente sul Cda in carica”.Così il senatore del Partito democratico Roberto Cociancich, relatore del provvedimento sull’editoria.

 

“La nuova legge sull’editoria approvata oggi non solo garantirà risorse e una riorganizzazione normativa necessaria per il settore, ma getta anche le basi per avviare una riforma complessiva del sistema delle comunicazioni dando così una prospettiva alle imprese che vivono una situazione di crisi”.

 

“Dopo un lunga e fruttuosa discussione, che ha visto tutte le componenti della filiera coinvolte anche su sollecitazione degli editori – sottolinea – siamo arrivati a una sintesi ottimale, seppur perfettibile. E’ un primo passo per gettare le basi per il rilancio del comparto.

Con l’ampliamento della platea dei destinatari del sostegno pubblico a radio e tv locali, la reintroduzione della distinzione tra testate nazionali e locali nel rapporto tra venduto e distribuito, uno dei criteri per accedere ai contributi (20% per le nazionali, 30% per le locali), la riduzione a dieci anni della durata della concessione del servizio pubblico e il tetto agli stipendi per dirigenti e personale della Rai a 240mila euro, in Senato abbiamo contribuito a migliorare il testo”.

“L’adeguamento del fondo per l’editoria è il punto centrale della riforma – aggiunge il relatore – che in futuro sarà alimentato non solo da risorse statali, destinate al sostegno dell’editoria quotidiana e periodica, ma anche quelle per le emittenti locali. Il testo delega il governo a ridefinire l’intera disciplina, partendo dai beneficiari. Tra questi potranno esserci le cooperative giornalistiche ed enti senza fini di lucro, ma non i giornali di partito”.

“L’auspicio, ora è che la Camera dia al più presto l’ok definitivo come, si spera, sia altrettanto per l’iter dei regolamenti dei decreti attuativi”, conclude Cociancich.

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Il DDl in pillole

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In particolareFrancesco Verducci, vice presidente della commissione di vigilanza Rai e senatore del PD, commenta e spiega l’emendamento presentato dal relatore al ddl sull’editoria Roberto Cociancich sul tetto agli stipendi degli amministratori della Rai: “L’emendamento del relatore Cociancich al Ddl Editoria appena depositato introduce per tutto il personale e i consulenti Rai, nessuno escluso, il tetto alle retribuzioni di 240mila euro voluto per le società partecipate dal Governo Renzi con una legge del 2014.

È un emendamento molto importante che raccoglie esattamente quanto votato all’unanimità dalla Commissione di Vigilanza Rai su iniziativa del PD lo scorso novembre in merito allo statuto Rai.

Il tema della trasparenza sugli stipendi è stato a sua volta inserito dalla legge di riforma della governance.
Oggi in Rai sono circa 90 gli stipendi superiori ai 200mila euro, tra cui molti non più giustificati per la cessazione di funzioni e mansioni per cui vennero attribuiti. Con questo emendamento, su iniziativa parlamentare, la Rai farà un ulteriore salto di qualità su trasparenza e riordino delle retribuzioni, sanando la troppa confusione e le troppe iniquità, spesso stratificatesi negli anni, che ne compromettono pesantemente la credibilità e l’autorevolezza.

É un passo importante, che spronerà l’azienda a varare un vero codice di regolamentazione e alla completa trasparenza su tutte le retribuzioni, anche quelle artistiche”.

“La presentazione dell’emendamento del senatore Cociancich al ddl Editoria che fissa anche per i vertici Rai il tetto di 240mila euro alle loro retribuzioni è un atto importante che recepisce quanto votato già da tempo da tutte le forze politiche in Commissione Vigilanza su proposta del Pd. Si tratta di una misura che viene incontro a un criterio di equità per un’azienda che svolge servizio pubblico e anche a un’idea ben radicata tra i cittadini che i compensi debbano essere giusti ma non ‘stellari’, visto che a pagare è lo Stato.

La speranza è che dall’approvazione di questo emendamento, la Rai sappia trarre la spinta per un codice di autoregolamentazione che non costringa in futuro nuovamente il Parlamento e il Governo a intervenire così addentro in questioni di natura strettamente aziendale”. Così la senatrice Camilla Fabbri, membro della Commissione Vigilanza Rai.

 

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