Messaggi di odio a Gentiloni. “Ma quando si muove l’Agcom?”, se lo chiede Michele Anzaldi, deputato del Pd e commissario della vigilanza Rai, oltre che amico di lunga data del presidente del consiglio. Una riflessione che parte da twitter, ma che arriva fino alle Autorità di garanzia: sul tema dell’hate speech che imperversa in rete, le Authority svolgono fino in fondo il proprio ruolo?
“Messaggi di odio a premier Gentiloni: che ne pensano nuovo capo polizia postale, Agcom e Autorità Garanti?“, chiede su twitter Anzaldi. Interrogativo ripreso, peraltro, da Riccardo Capecchi, già, direttore generale della presidenza del consiglio con Prodi, e dal primo aprile scorso segretario generale dell’Agcom.
“Una vergogna”, twitta Capecchi. Segno che qualcosa si muove in Agcom? “Sarebbe bello se fosse così, ma ne dubito- commenta Anzaldi interpellato dalla Dire- certamente Capecchi è una persona attenta. Ma ha anche un ruolo importantissimo e sensibile, perchè di fatto è il numero due dell’Agcom. Spero che dia un seguito istituzionale a quel tweet. Ma ribadisco, ne dubito”.
Eppure il tema è oggetto di attenzione su più fronti. Solo per citare i casi più recenti, è stato richiamato dalla presidente Boldrini e dall’Authority per la concorrenza. Certamente comprende anche le competenze della Garante per la privacy, visto che si discute di rendere obbligatoria l’identificazione di chi interviene sui social.
“Io faccio una riflessione che investe il ruolo stesso delle Authority. E parto da un esempio: a giugno ho presentato all’Agcom un esposto, fatto da uno dei più autorevoli studi legali della città, inviato per posta certificata. Otto mesi dopo, dall’Authority non arrivano segnali di sorta. Tempo e soldi buttati. E io sono un parlamentare, commissario della vigilanza Rai. Non oso pensare cosa potrebbe succedere al cittadino cosiddetto ‘normale’, alle persone che si sentono lese nei diritti e che si rivolgono a questi organi di garanzia. In sostanza: dobbiamo interrogarci sul ruolo delle Authority, a cominciare dall’Agcom. A che servono? Solo ad aumentare i costi ai cittadini?”, conclude.