“Io avevo capito che il Pd stava cadendo in un sistema di potere e mi sono candidato anche per contrastare questo modello di partito, da cui ho preso le distanze già dai tempi dell’Ilva e del Tap. C’e’ stata una grande opacità che, anche se fosse chiarita, mostrerebbe comunque una rilassatezza su aspetti importanti. Il Pd deve tornare a essere un partito di onestà e trasparenza. La politica arbitra, non gioca”. Così in una intervista al Corriere della Sera il presidente della Regione Puglia e candidato alla segreteria Dem, Michele Emiliano.

“Il Pd – aggiunge – ha vissuto una deriva. Ha abbandonato i deboli, ma anche tanti imprenditori. Il Pd di Renzi ti lascia solo quando sei debole e ti cerca quando sei forte”. Quanto al’ipotesi di rinvio delle primarie “No, io temo che il rinvio del congresso sarebbe la fine del Pd, perché dovremmo ammettere la crisi politica e morale del partito. Se anche uno o più candidati fossero in difficoltà, il congresso non si può bloccare. Anche perché il Pd non è un partito personale”.

Quanto all’ex premier, le previsioni di Emiliano sono che “Renzi non passerà al primo turno, perché ha delle grandissime responsabilità. A me piacerebbe vincere col 52%, 53%, che Orlando avesse un buon risultato e che Renzi restasse, per spiegarci dove ha sbagliato e per aiutarci a non commettere gli errori gravissimi che ha fatto lui per la fretta, la superficialità, il futurismo. Sono stati mille giorni di insuccessi”. E qualora Emiliano diventasse segretario la ricetta sarebbe: “Aprire il Pd al ritorno di tutti quelli che se ne sono andati per le cose di cui stiamo parlando. Convocherei Rossi, Speranza, Bersani e anche D’Alema. Il Pd non può essere il partito dell’io. L’io di Renzi ha rovinato il Pd e forse anche l’Italia”.