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Gualtieri: “Sul deficit, in Europa serve flessibilità”

Nel mezzo della trattativa con la Commissione, che ha chiesto all’Italia una correzione della manovra, oggi Pier Carlo Padoan dovrà affrontare lo scoglio dell’Eurogruppo. Alcuni colleghi ministri lo aspettano al varco, pronti a mettere paletti sull’ulteriore flessibilità che l’Italia spera di ottenere. Roberto Gualtieri, eurodeputato del Pd, ieri è stato riconfermato presidente della commissione per gli affari Economici e monetari del Parlamento UE. E questa è certamente una notizia che può aiutare nella trattativa. Quella di Gualtieri è una posizione-chiave: è da qui che in questi anni sono state condotte alcune battaglie fondamentali che hanno portato anche a una interpretazione più flessibile delle regole di bilancio, oltre che progressi significativi nel campo dell’unione bancaria.
 
Per la Commissione l’Italia ha già avuto uno sconto. Ci sono altri margini per una trattativa?
 
«È bene ricordare che la Commissione si è dimostrata disposta ad accettare un deficit del 2,2%, che non solo è più alto di quanto previsto in autunno, ma anche molto più alto dell’1,8% concordato la scorsa primavera. Questo significa che l’Italia è riuscita a far passare la sua linea».
 
E dunque, si chiedono a Bruxelles, che altro vuole?
 
«Per il governo è fondamentale che qualsiasi aggiustamento, non parlerei di correzioni, non vada a pregiudicare la crescita. Questa è la priorità. E poi occorre fare una valutazione sul livello di emergenza sismica, con tutto ciò che ne consegue sul fronte delle spese. La questione del terremoto sta assumendo un carattere straordinario e persistente, questo va tenuto in considerazione. Lo stesso Moscovici ha parlato di aspetti strutturali del fenomeno sismico».
 
Oggi Padoan arriva all’Eurogruppo, dove però la visione di alcuni ministri sembra molto diversa da quella della Commissione.
 
«Ci sono punti di contatto e divergenze. Ma la Commissione, già nella sua opinion di novembre, aveva riconosciuto che le misure antisismiche preventive, non solo quelle per la ricostruzione, hanno un carattere eccezionale, e dunque vanno scontate dal calcolo del deficit. Questo è un dato di fatto che non può essere rimesso in discussione. Ora si tratta di vedere se ci sono spazi ulteriori».
 
Per l’Eurogruppo, però, sulle spese per la gestione della crisi migratoria il discorso è ribaltato: il fenomeno è strutturale e dunque non eccezionale. Perciò non si può chiedere uno sconto.
 
«Ma anche su queste spese c’è già stata una concessione da parte della Commissione che è scritta nella sua opinion, è nero su bianco. Quello che è importante è avere una visione più ampia, perché gli eventuali aggiustamenti di bilancio devono avvenire in modo sostenibile, senza intaccare la crescita. Va definito un percorso di riduzione del deficit e dunque serve una valutazione che riguardi anche gli anni successivi».
 
Il presidente dell’Eurogruppo, Dijsselbloem, ha definito quello italiano “un governo ad interim”. Padoan si trova a trattare da una posizione più debole?
 
«L’Italia porta avanti le sue battaglie a prescindere dal governo, difendendo sempre gli stessi principi».
 
Un altro dossier caldo: il salvataggio di Mps. L’Antitrust Ue ha dato un primo via libera, ma tiene gli occhi ben aperti.
 
«L’Italia è riuscita a costruire un consenso per avere un’applicazione flessibile della direttiva Brrd. È un passaggio importante perché dà anche più stabilità ai mercati: un’eccessiva rigidità rischia di essere controproducente».

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