Ho letto la storia di Angela e quella di Giada, ho letto la sofferenza inaudita inferta a Mirella, e le violenze subite da Elisabeth. Ho letto della paura per sé e per i figli; i tentativi di fuggire e le ripetute denunce. Ho letto anche di chi ce l’ha fatta e ha ricostruito una nuova vita. Sono le storie delle donne vittime della violenza di un uomo, un marito, un fidanzato, ma anche un padre o un fratello.
Nel mondo il 30 % delle donne, per fortuna non sempre colpite a morte, sempre ferite e umiliate. È un fenomeno diffuso, trasversale per livello sociale e culturale.Oggile ricordiamo nella giornata mondiale contro la violenza alle donne giustamente voluta dall’Onu, per costringere tutti a fermarsi per capire se facciamo abbastanza per dire basta. Io credo che in Parlamento e al Governo stiamo facendo la nostra parte. La legge di Bilancio contiene risorse per aiutare i centri che accolgono e soccorrono le vittime, per intensificare l’azione delle forze dell’ordine, per formare operatori e operatrici impegnati a fianco delle donne che denunciano, per recuperare gli uomini maltrattanti.
Ma non è sufficiente, perché è una battaglia difficile, culturale prima ancora che materiale. Impegniamoci dunque per diffondere una cultura diversa, rispettosa delle differenze, inclusiva e tollerante. A cominciare dalle nostre case e dalle nostre scuole.
Marina Sereni, Vicepresidente della Camera