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Ascani: “Si poteva fare meglio, ma nei nostri governi le ministre erano il 50%”

Onorevole Ascani, lei, da dirigente renziana, perché non l’ha firmato il documento sulle donne?

 
«Perché nessuno me l’ha chiesto. Ma non l’avrei firmato comunque, perché lo trovo poco costruttivo. Dimentica le cose buone fatte dai nostri governi, dalla riduzione del gender gap all’aumento dell’occupazione femminile. Grazie ai governi Pd si vota con la doppia preferenza di genere, e abbiamo avuto due esecutivi dove le donne erano rappresentate al 50%».
 

Resta il fatto che in questa legislatura il Pd si ritrova con meno donne di Forza Italia e di M55. Come lo spiega?

 
«I numeri sono numeri. Si poteva fare meglio? Certo. Del resto avendo perso le elezioni i numeri sono in generale impietosi per il Pd e farne le spese sono anche le donne. Nel documento mi sarei aspettata una parte in cui si spiega come fare un passo avanti, una proposta stile #paymetoo delle parlamentari britanniche per la parità di salario. Altrimenti diventa solo un modo per criticare una classe dirigente».
 

Non è legittimo?

 
«Sì, ma a che serve? Serve alle donne? Serve al Pd o al Paese? Credo di no».
 

Il Pd era il gruppo più rosa nell’ultima legislatura. Cosa è successo? Le pluricandidature sono state usate in maniera cinica per favorire gli uomini?

 
«Quei numeri non li possiamo cambiare. Cerchiamo invece di capire come possiamo fare meglio in futuro. Io sono diventata deputata a 25 anni, succede a una su un milione: una grande fortuna e un enorme onore. Dobbiamo fare in modo che queste possibilità aumentino e che in molte possano farsi valere nelle istituzioni».
 

Il documento è un atto di accusa contro Maria Elena Boschi?

 
«Non m’interessa. Non trovo nemmeno utile parlare di casi singoli. Dico solo che non ho visto una battaglia delle donne per un capogruppo o un segretario donna. Il punto è che tra noi ragioniamo quasi sempre per correnti invece che avere a cuore l’idea di migliorare la condizione delle donne nel Paese e quindi il Paese stesso».
 

Ma non c’è del vero quando si afferma che le donne si sono fatte usare dai vertici?

 
«Io non mi sono fatta usare, e ho cercato, nel limite delle mie possibilità, di cambiare le cose. Farlo insieme piuttosto che limitarsi alla critica potrebbe farci fare ulteriori passi avanti».

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