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Basta alla discriminazione di genere nello sport

Dire basta alla discriminazione di genere nello sport. E’ quanto si propone il disegno di legge AS 1996 dal titolo “Modifiche alla legge 23 marzo 1981 n.91 per la promozione dell’equilibrio di genere nei rapporti tra società e sportivi professionisti” presentato al Senato.

 

Su iniziativa della Vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, insieme con la senatrice Josefa Idem e il senatore Raffaele Ranucci, il ddl ha raccolto le firme di diversi senatrici e senatori di vari partiti ed è finalizzato ad introdurre il divieto di discriminazione di genere da parte delle Federazioni sportive nazionali in materia di qualificazione del diritto sportivo. “Troviamo anacronistico il fatto che non ci siano donne professioniste nei diversi sport – spiega Fedeli – pochi sanno che che anche le campionesse del tennis Pennetta e Vinci sono considerate dilettanti. Ancora nel 2015 c’è una discriminazione tra donne e uomini profondissima ed intollerabile. Siamo siamo in una legislatura in cui, dal punto di vista del superamento discriminazione tra uomini e donne, molto è stato fatto. L’impegno è di poter consegnare questo cambiamento al mondo dello sport prima di festeggiare l’8 marzo del 2016″.

 

“Nel pieno della mia attività agonistica, la mia gara è stata esclusa dalle paralimpiadi – racconta la deputata Laura Coccia – se fossi stata un uomo la mia categoria c’era. Nel 2015 è arrivata l’ora di scrivere la parola fine e di entrare in una nuova dimensione. Noi siamo sempre delle dilettanti, ma anche quelle che hanno i maggiori risultati a livello sportivo”.

 

Impegnatissima nella battaglia anche la senatrice Josefa Idem: “Oggi si apre la porta di una stanza da rimettere in ordine perché si comincia a parlare di un settore che fa crescere l’economia del Paese – rileva l’olimpionica della canoa – oggi le donne hanno il coraggio di denunciare alcune situazioni. Il tema dello sport va monitorato come si deve per la sua valenza sociale culturale e come tema legato al mondo del lavoro”.

 

Ultima parola al senatore Ranucci: “Il dilettantismo è una cosa straordinaria per il Paese ma a volte ha dei limiti – argomenta – è usato troppo spesso per motivi economici, io vorrei sapere dove inizia e dove finisce perché in troppe occasioni ci troviamo davanti a società che di dilettantistico non hanno proprio nulla”.

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