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+6.9% gli ordini, +7,2 il fatturato industria. Mentre gli altri pensano ai dazi, l’export vola

+6.9% gli ordini, +7,2 il fatturato industria. Mentre gli altri pensano ai dazi, l’export vola

“I dati di oggi fotografano ordini +6.9% e fatturato industria +7.2%. La produzione industriale e l’export volano. Il tempo è galantuomo, le chiacchiere stanno a zero. Noi abbiamo fatto questo e vogliamo andare #avanti. Altri vogliono i dazi e uscire dall’euro. #4marzo #pensaci”. Così Matteo Renzi dal suo profilo Twitter.

 

 

 

A dicembre, per il fatturato dell’Industria si rileva, per il terzo mese consecutivo, un incremento congiunturale (+2,5 per cento). L’indice destagionalizzato raggiunge il livello più elevato (110,0) da ottobre 2008. Nel quarto trimestre la crescita, rispetto al trimestre precedente, è pari al 2,9 per cento. Lo rende noto l’Istat.

 

Gli ordinativi, a dicembre, mostrano un deciso incremento congiunturale (+6,5 per cento); nel quarto trimestre l’aumento, rispetto al trimestre precedente, è del 3,6 per cento. Nella media del 2017 il fatturato, corretto per gli effetti di calendario, registra un incremento in valore del 5,1 per cento. Per il solo comparto manifatturiero, la crescita del fatturato in volume è pari al 3,3 per cento. La crescita congiunturale del fatturato a dicembre è dovuta sia al mercato interno (+2,9 per cento), sia a quello estero (+1,9 per cento). Anche gli ordinativi segnano incrementi per entrambi i mercati (+7,6 per cento per il mercato interno e +5,1 per cento per quello estero).

 

Gli indici destagionalizzati del fatturato mostrano incrementi congiunturali diffusi a tutti i raggruppamenti principali di industrie, ma più rilevanti per l’energia (+5,7 per cento). Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 18 contro i 20 di dicembre 2016) il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 7,2 per cento, con incrementi del 7,3 per cento sul mercato interno e del 7,1 per cento su quello estero.

 

L’indice grezzo del fatturato aumenta, in termini tendenziali, dello 0,7 per cento: il contributo più ampio a tale incremento viene dalla componente interna dell’energia.Per il fatturato tutti i settori registrano incrementi tendenziali, quello maggiore del comparto manifatturiero si rileva nella fabbricazione di prodotti di elettronica ed ottica (+17,6 per cento). Nel confronto con il mese di dicembre 2016, l’indice grezzo degli ordinativi segna un aumento del 6,9 per cento. Tutti i settori, ad eccezione della metallurgia (-0,8 per cento), registrano incrementi; particolarmente significativi risultano quelli dell’elettronica (+22,6 per cento) e delle apparecchiature elettriche (+21,4).

 

“Anche i dati Istat sul fatturato dell’industria nel 2017, dopo quelli sul Pil, certificano che l’Italia è uscita dalla crisi e che la ripresa economica è una realtà. Si tratta di un risultato delle riforme dei governi del Pd che in questi anni hanno varato riforme per sostenere le imprese e le famiglie e favorire il rilancio della economia. Dobbiamo proseguire su questa strada. Il Paese non si può permettere di affidarsi ad avventurieri e incompetenti”. Lo ha detto Silvia Fregolent, vicepresidente dei deputati Pd.

 

“Fatturato industriale record con +5,1%, al top dal 2011, ordinativi +6,6%. Questi i risultati certificati oggi dall’ISTAT. Dati rilevanti dato che l’aumento riguarda sia il mercato interno che l’export”. Così Ernesto Carbone, parlamentare Pd.

 

“Risultati importanti che provano la bontà del lavoro messo in campo in questi anni dai governi a guida PD. Una ripresa convincente che ha solo bisogno di continuare il suo percorso virtuoso fatto di riforme, di crescita e di ripresa dell’occupazione. Il Partito democratico è l’unico in grado di garantirne la continuità necessaria ad assicurare una ripresa ancora più robusta.

Gli altri o hanno già dimostrato di non saper governare, come il centrodestra, che ha portato il Paese ad un passo dal baratro, ed oggi è capace solo di proporre misure ridicole come le barriere ed i dazi; oppure come il M5s che ha nel suo programma misure che porterebbero l’Italia verso una ‘decrescita infelice’.

Perciò, per non tornare indietro, occorre dare forza a chi ha dimostrato con i fatti di saper governare”.

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