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Accordo Italia-Svizzera, addio al segreto bancario

Il ministro dell’Economia Padoan e il capo del Dipartimento federale delle finanze della Confederazione Svizzera Widmer-Schlumpf hanno firmato l’accordo fiscale che elimina le barriere allo scambio delle informazioni finanziarie, ponendo di fatto fine al segreto bancario. Renzi: “miliardi di euro che ritornano allo Stato”.

Addio al segreto bancario grazie allo scambio di informazioni. E’ quanto prevede l’intesa tra Italia e Svizzera firmato a Milano. L’accordo consente “immediatamente” alle autorità italiane di individuare potenziali evasori che detengono patrimoni in territorio svizzero e, secondo il Mef, sarà quindi di stimolo al rientro con la voluntary disclosure.

Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, ha firmato presso la Prefettura, con il capo del Dipartimento federale delle finanze della Confederazione Svizzera, Eveline Widmer-Schlumpf, l’accordo fiscale fra i due paesi che elimina le barriere allo scambio delle informazioni finanziarie, ponendo di fatto fine al segreto bancario. Padoan ha evidenziato che “l’accordo è un passo avanti molto importante”, annunciando che il prossimo 26 febbraio verrà siglato un accordo analogo con il Liechtenstein.

“Avevamo fatto una promessa alle primarie del 2012. Oggi abbiamo realizzato quell’impegno: siglato l’accordo con la Svizzera sul segreto bancario. Miliardi di euro ritorneranno nelle casse dello Stato. Grazie al lavoro del ministro Padoan, la nostra promessa è diventata un’azione di governo. Adesso al lavoro per accordi analoghi con Monaco e con il Liechtenstein, è ?#?lavoltabuona?”. Così Matteo Renzi dal suo profilo Facebook.

 

“Con l’accordo tra Italia e Svizzera arriva il superamento del segreto bancario, che in passato ha protetto molti contribuenti disonesti. Questo per il Governo italiano significa acquisire uno strumento essenziale di lotta e prevenzione contro l’evasione fiscale. Per il Paese, significa soprattutto che miliardi di euro rientreranno in Itali”, così Filippo Taddei, responsabile Economia e Lavoro del Partito Democratico.

Il Governo del PD non è solo determinato a portare a termine la riforma del fisco, ma lavora per superare la logica dell’emergenza quando si parla di lotta all’evasione. Per questo continua a dotarsi di strumenti ordinari ed efficaci, come quello dell’accordo con la Svizzera, per riportare i contribuenti italiani alla fedeltà fiscale. Allo scopo di continuare a ridurre le tasse su chi lavora e produce”.

“L’accordo con la Svizzera arriva alla fine di un lungo braccio di ferro. Lo scambio di informazioni e’ fondamentale per lottare contro l’evasione, e da adesso in poi possiamo dire che quelle notizie saranno fondamentali per recuperare capitali da destinare al calo della pressione fiscale”. Lo afferma il presidente della Commissione di Vigilanza sull’Anagrafe Tributaria Giacomo Portas, eletto alla Camera nelle liste del Pd. “Ora rafforziamo le intese con tutti quegli altri Paesi che vengono considerati ‘paradisi fiscali'”, conclude Portas.

“L’accordo firmato tra l’Italia e la Svizzera è fondamentale. Oggi viene abbattuto un altro dei muri dietro cui si nascondeva l’evasione e costruito un meccanismo che favorisce una piena trasparenza sulle. Lo dichiara Giovanni Sanga, componente PD in Commissione Finanza della Camera e relatore della legge sul rientro dei capitali dall’estero approvata nel dicembre scorso. “Con l’intesa raggiunta con la Confederazione Elvetica – spiega Sanga – lo Stato ha, da un lato, dei nuovi, efficaci strumenti per combattere l’evasione fiscale. Dall’altro, si aggiunge un nuovo importante tassello verso un sistema fiscale diverso, basato su una maggiore trasparenza”. “Da oggi – continua il deputato democratico – sarà infatti sempre più difficile sfuggire alla tracciabilità dei movimenti finanziari. Chi ha dei capitali all’estero troverà così conveniente aderire al procedimento di dichiarazione volontaria (voluntary disclosure), approvato dal Parlamento a dicembre, con benefici sia in termini di trasparenza che finanziari, dal momento che lo Stato potrà disporre di risorse aggiuntive da investire nel sostegno alla crescita economica”. “Grazie al governo e al Partito Democratico, che ha dato il suo contributo con la legge sul rientro dei capitali, oggi l’Italia ha compiuto un passo fondamentale verso un sistema fiscale più giusto e più moderno”, conclude Giovanni Sanga.

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