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Decreto banche, Salvini pietoso: scorda Credieuronord e specula su drammi umani

“Salvini vuole che siano gli italiani a pagare il salvataggio di un milione di correntisti e dei lavoratori. Probabilmente dice simili castronerie pensando ai bei tempi, quando falliva Credieuronord, la banca della Lega su cui giravano i soldi delle truffe delle quote latte, 4.5 mld pagati dagli italiani. Sul fallimento della sua banca chieda informazioni all’ex ministro Tremonti, soprattutto su come fu gestito il dopo di quel disastro.” Così la responsabile Comunicazione del Pd, Alessia Rotta, risponde agli attacchi al governo del leader della Lega Nord sul salvataggio degli istituti di credito, il decreto salva-banche.

 

“Il moralista Salvini – continua Rotta – ci potrebbe poi spiegare come mai Riccardo Bossi usasse la Lega come bancomat personale, attingendo ai soldi pubblici. Squallore su tutta la linea, soprattutto quando il moralista a giorni alterni coinvolge nelle sue assurde dichiarazioni drammi personali. Oramai per un disperato come Salvini tutto è lecito”.

 

Dello stesso parere Ernesto Carbone, responsabile Made in Italy e Innovazione nella segreteria dem, che evidenzia: “Salvini parla di banche dall’alto dell’esperienza del fallimento di Credieuronord, banca della Lega su cui giravano i soldi della truffa delle quote latte costata, peraltro, agli italiani 4.5 mld di multe europee. In un impasto surreale di cialtroneria e ignoranza Salvini protesta contro il Governo perché non ha fatto pagare a tutti gli italiani, come avveniva negli anni passati, il salvataggio dei correntisti, delle imprese, dei posti di lavoro e delle banche stesse. Niente male, l’anti statalista Salvini, il federalista a giorni alterni, chiede che siano gli italiani a pagare per tutti. Complimenti. Il Governo ha evitato questo scempio. Tralasciamo poi lo spettacolo allucinante e squallido offerto da chi , come Salvini,cerca di strumentalizzare la morte, indegno corollario della pochezza politica del personaggio”.

 

Interviene in proposito anche la vicepresidente della Camera, Marina Sereni, che stigmatizza: “La mozione di sfiducia annunciata dal M5S – ai quali sembrano accodarsi altri, Salvini e Brunetta in testa – nei confronti del Ministro Boschi è priva di qualsiasi fondamento giuridico e politico. Per questo credo sia meglio calendarizzarla, discuterla e respingerla al più presto”.

“Man mano che si deposita il polverone delle polemiche strumentali, sulla vicenda delle banche alcuni punti cominciano a chiarirsi – continua, ed elenca – Primo: è indispensabile che gli organi competenti facciano chiarezza ed individuino responsabilità e colpe, dirette e indirette, sia nella gestione che nelle attività di vigilanza e controllo. In questo senso, oltre il lavoro della magistratura, una commissione parlamentare di inchiesta può essere uno strumento utile e opportuno. Secondo: nel rispetto delle regole una misura di sostegno e aiuto verso gli investitori più deboli colpiti dal fallimento delle banche sarà inserita nella Legge di Stabilità. Terzo: le scelte del Governo erano le uniche possibili per salvare migliaia di posti di lavoro e un numero elevatissimo di risparmiatori”.

Ultimo punto: “Il tema di come si gestiranno nel futuro le sofferenze bancarie meriterebbe una riflessione adeguata nelle prossime settimane – conclude – anche per portare in Europa una posizione italiana consapevole, frutto di un confronto pacato e serio tra le forze politiche e le diverse istituzioni coinvolte”.

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