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Delrio: “Ora l’alleanza del lavoro per la protezione dei più deboli”

«Vogliamo discutere? Discutiamo, siamo disposti a farlo giorno e notte, ma su temi concreti, su come aiutare i più deboli e chi non ha lavoro, non su astratte leadership ed eventuali premiership. Tutto questo non interessa la gente. Il centrosinistra deve essere coalizione larga, certo, ma sarà la coalizione del lavoro: votata alla creazione di nuovi posti, dedita agli ultimi, non ai veti tra nomenclature. Tanto abbiamo fatto, ma tante sono le sfide che ancora ci attendono. Siamo disposti a dialogare e a costruire. A patto che non si venga accusati di aver affamato il Paese, questo non possiamo accettarlo». Graziano Delrio è al lavoro nel suo studio al ministero dei Trasporti. Ala renziana, spirito critico, torna a parlare dopo settimane di riflessione silenziosa, mentre intorno il centrosinistra si sta autodemolendo tra le urla.

 

Lo Ius soli per il quale tanto si è battuto va in aula e, sembra con la fiducia, sarà approvato entro fine anno. Segnerà la svolta nel dialogo con la sinistra?
«Siamo molto contenti. Non so se avverrà con la fiducia, è una scelta che compete al presidente del Consiglio. Quel che conta è che la mobilitazione che si è mossa dal basso, raccontando anche le battaglie di tanti ragazzi nati e residenti in Italia ma non ancora italiani, stia portando i suoi frutti. Approvare lo ius soli, come le unioni civili o la legge sul “dopo di noi”, sarà un nuovo tassello alla modernità e-alla civiltà del Paese».

 

Torno a chiederle: servirà per riallacciare il dialogo con Bersani e la sinistra?
«Dice bene Matteo Renzi: le leggi giuste vanno approvate perché ci crediamo, non per chiudere accordi politici».

 

Immigrazione, lei è stato critico con la stretta imposta dal ministro Minniti. Ora il video scandalo della compravendita di esseri umani in Libia. Pensa che vada cambiata rotta, come chiede anche Emma no?
«Io sono intervenuto solo per difendere la linea del governo italiano, dicendo che non si potevano chiudere i porti e che bisognava salvare le vite. Ripeto, la linea del governo, non quella di Delrio».

 

La linea è stata anche quella che col giro di vite di Minniti ha ridotto gli sbarchi.
«Il lavoro va fatto in mare, ma anche a terra. Occorre stabilizzarela situazione in Libia rendendo possibile l`accesso di Unhcr e delle organizzazioni umanitarie, tramite accordi con le autorità locali. La linea del governo deve essere quella che porta a garantire i diritti umani dei migranti, anche in Libia. Questa è la linea del governo, di Minniti e di Delrio».

 

Il governo, oltre allo Ius soli, ha allo studio altri interventisui ticket, sul lavoro, modifiche alla legge di bilancio: servirannoanche queste a un`intesa con Mdp e sinistra?
«Il Pd ne ha discusso in direzione: noi non vogliamo fare accordi coi capi partito, ma sui contenuti. Ed è quello che tenteremo anche con queste misure. Il centrosinistra è ancora una proposta credibile per il Paese. Ma l`argomento che deve unire è il lavoro, la protezione dei più deboli. Ora Luigi Di Maio si è accorto che per creare maggiori condizioni di lavoro occorre ridurre la tassazione delle imprese. Ma decontribuzione per i neo assunti, detrazioni, incentivi agli investimenti, sono tutte forme di detassazione delle imprese che abbiamo introdotto noi, riducendo del 70 per cento il ricorso alla cassa integrazione. Dobbiamo restare ossessionati dalla ricerca dei posti di lavoro, perché ancora c`è tanta sofferenza e proprio per questo dividerci è colpevole».

 

I confronti avviati da Piero Fassino non sembra stiano portando a grossi risultati. Se l`intesa coi bersaniani fallirà,che farete? Lavorerete a una coalizione col solo Pisapia?
«Noi siamo pronti a discutere con tutti. Se ci dicono che il milione di posti creato non è sufficiente, che si può migliorare il Jobs act, siamo disposti a confrontarci. Ma se qualcuno dice che abbiamo affamato l`Italia, vuole lucrare solo dalla polemica politica e non c’è da discutere. Con gli altri,pronti a farlo giorno e notte».

 

Oggetto della contesa resta la leadership di Matteo Renzi.

«Il segretario ha ribadito più di una volta che il concetto non è chi guiderà il governo. Le elezioni dobbiamo ancora vincerle e abbiamo un saggio presidente della Repubblica al quale spetterà la scelta. Quanto al leader, noi non ci sogneremmo mai di dire la nostra su quello di Mdp e Campo progressista».

 

Si fa anche il suo nome, con quelli di Gentiloni e Minniti, per una guida più conciliante del centrosinistra.
«Lasciamo stare. Io cerco di far ripartire gli investimenti, di migliorare il sistema dei trasporti, di potenziare l`alta velocità nel Mezzogiorno. È questo il mio lavoro, senza pensare a leadership. Pensiamo a vincerle, questeelezioni».

 

Perché, pensate davvero di poterle vincere? O è già una partita centrodestra-M5S?
«I sondaggi oggi sembrano dire questo, ma oscillano. Io non sono solo fiducioso, sono ottimista».

 

Leadership in tandem Grasso-Boldrini a sinistra. Secondo alcuni dovrebbero dimettersi. Per lei?
«Ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni. Le cariche istituzionali vanno sempre protette dalle polemiche. Detto questo, bisognerà lavorare alla costruzione
di un terreno ampio di centrosinistra. Speriamo che anche loro diano una mano in quella direzione».

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