«La maggioranza dovrebbe riflettere e chiedersi se la convenienza per i cittadini sta solo nella nazionalizzazione dei grandi servizi o passa anche per la concorrenza».
Gianluca Benamati (Pd), vicepresidente della commissione Attività produttive della Camera e responsabile dipartimento Energia del partito, è un sostenitore di un nuovo provvedimento annuale, «uno strumento che, a maggior ragione in una fase economica ancora complicata, può produrre vantaggi per la competitività delle imprese e risparmi per i consumatori».
Ma occorreranno correttivi.
«In Parlamento abbiamo vissuto il travagliato iter della prima legge un po’ come un test. Ora credo sia giusto rispettare l’obbligo di adottare un provvedimento ogni anno, ma come suggerisce l’Antitrust concentrandosi su uno o due grandi temi».
C’è un’idea di che cosa abbia funzionato meno.
«Alla fine si è intervenuti sui settori più disparati, dagli odontoiatri ai call center. In alcuni casi la legge ha mantenuto il respiro di interventi di sistema, come per l’energia e l’Rc auto, in altri ha incorporato solo piccoli ritocchi settoriali».
Insomma, serve più coraggio. Magari in settori toccati finora in misura parziale, come farmacie e trasporti. Benamati ha seguito in prima persona, in particolare, la difficile gestazione della riforma del mercato energetico con l’addio ai prezzi tutelati che è stato più volte rinviato. Alla fine è stato fissato al luglio 2019 dalla legge concorrenza, ma il recente decreto milleproroghe ha spostato la scadenza di un ulteriore anno, al 1° luglio 2020.
«Guardi, devo dirle che questa proroga in sé non mi spaventa o scandalizza. È anche condivisibile per offrire maggiori certezze ai consumatori in termini di trasparenza. Il punto è un altro. M5S e Lega devono far capire che cosa intendono fare di questa riforma, se la sostengono comunque e la vogliono portare avanti. E come, nel caso. O vogliono tornare indietro? Riduzione degli oneri, socializzazione, nuovi bonus energia – noi ci siamo – ma ci vuole innanzitutto chiarezza sugli obiettivi della maggioranza».
